Allievi e l’orgoglio di tornare a Cantù
«La sede c’è, ora i tifosi ci diano forza»

Il presidente indica quali sono i prossimi obiettivi della società di pallacanestro. «Per risalire in A1 abbiamo bisogno del sesto uomo, poi arriverà anche il palazzetto in città»

L’amore per Cantù, da parte del presidente Roberto Allievi , è indubitabile. E si sente, in questo ritorno a casa della Pallacanestro Cantù.

Il primo passo: fra maggio e giugno, la sede di nuovo nei confini cittadini, non più a Cermenate, ma in via Como, all’ex Eleca. Poi, entro due anni, la prima partita nel palazzetto da costruire in corso Europa. Allievi rilancia la chiamata al tifo: «In questo finale di campionato mi aspetto che tutti i tifosi possano essere il sesto uomo in campo. Fino ad oggi, a Desio, molti non sono venuti. Ora, con questo primo ritorno a Cantù, il momento è arrivato».

L’obiettivo vero: il palazzetto che Cantù Next, società sorella del basket biancoblu, ha progettato. La volontà, come già filtrato da Cantù Next, è di avviare il cantiere entro settembre. «L’obiettivo è riportare la squadra a Cantù, che ha bisogno del nuovo palazzetto, tutte le procedure sono in corso, ci aspettiamo nel giro di due anni di poter cominciare a giocare nella nuova arena - dice Allievi - Intanto cominciamo a ritrasferire la sede della società a Cantù. Dobbiamo ringraziare il signor Natale Verga che ci ha ospitato fino adesso e ringraziare la famiglia Tagliabue (la stessa dell’azienda Tabu, ndr) che ci ha dato ora questa possibilità importante per via Como», dice Allievi.

In quanto a Desio, attuale terreno di gioco casalingo: «Con tutto il rispetto che ho per la città e il sindaco di Desio, che ci hanno ospitato in un modo sicuramente collaborativo: chiaro che ora la squadra ha bisogno di tornare a casa. L’obiettivo imprescindibile è il bisogno di ritrovare quel pubblico che non ci ha potuto seguire a Desio. O perché giovane, o perché non in condizioni di raggiungere un’altra città con i mezzi pubblici, o perché, magari d’inverno, incentivato a spostarsi. Ci sono tante ragioni».

Il primo ritorno a Cantù è intanto una dichiarazione d’amore per il territorio. «Noi siamo canturini, la società sportiva si chiama Pallacanestro Cantù e noi vogliamo essere non solo fisicamente a Cantù, ma anche essere espressione di quello che chiamiamo canturinità. Non vuol dire che non ci sentiamo brianzoli, ma che tutto nasce dalla nostra storia, fatti di grandi successi. Una storia costruita a Cantù».

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