Arrestato Messina Denaro, il boss mafioso latitante da 30 anni. Ultimamente si faceva chiamare Andrea Bonafede

Ultima ora Il capo di Cosa Nostra è stato arrestato questa mattina, lunedì 16 gennaio, dopo tre decenni di latitanza dai Ros dei Carabinieri. Era ricoverato in day hospital da un anno in una clinica privata di Palermo

Matteo Messina Denaro è uno dei più importanti latitanti mafiosi italiani, capo di Cosa Nostra, ricercato da 30 anni: la sua latitanza era infatti iniziata nel 1993. Il suo arresto è avvenuto stamattina, secondo l’Ansa, mentre si trovava ricoverato in una clinica privata di Palermo, la clinica La Maddalena dove si trovava curato in day hospital da circa un anno, nel corso di un’operazione del gruppo operativo speciale carabinieri del Ros, specializzato in criminalità organizzata e terrorismo, insieme al Gis e ai comandi territoriali.

Matteo Messina Denaro si era recato nella clinica privata dove è stato arrestato «per sottoporsi a terapie», secondo le parole del comandante del Ros dei carabinieri, Pasquael Angelosanto, riportata dell’Ansa.

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani, Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993. A quella data risale una lettera che Messina Denaro inviò alla fidanzata, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciando così l’inizio della sua vita da Primula Rossa. «Sentirai parlare di me - le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue - mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità».

Al nome di Messina Denaro sono stati ricondotti decine di omicidi, come quello di Giuseppe di Matteo, figlio di un pentito: il piccolo è stato strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia. Ma a Messina Denaro sono ricondotte anche le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

Il boss mafioso si faceva chiamare Andrea Bonafede: è riuscito a rimanere in una clinica privata di Palermo, indisturbato per un intero anno prima della cattura avvenuta oggi, perché negli ospedali presentava una cartà d’identità rilasciata dal comune di Campobello di Mazara dove risultava nato il 23 ottobre 1963 e dove sarebbe stato residente in via Marsala. Il boss è nato invece a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Il mafioso aveva anche un codice fiscale con i dati relativi a Andrea Bonafede.

Oggi 16 gennaio, alle 17, si terrà la conferenza stampa dei carabinieri per spiegare e commentare il blitz odierno e il successo nella cattura del latitante mafioso.

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