Biologico, che passione:
a Como dieci nuovi negozi

Dal cibo ai prodotti estetici rigorosamente naturali, dai profumi alle pappe per animali in odore di zen, anche in città è sbocciata l’onda verde del consumo a rispetto di natura

Tutto quello che è biologico fa tendenza. Dal cibo ai prodotti estetici rigorosamente naturali, dai profumi alle pappe per animali in odore di zen, anche a Como è sbocciata l’onda verde del consumo a rispetto di natura. Il biologico, però, non si limita al semplice acquisto del latte fresco appena munto presso il contadino; oggi, soprattutto in città, si contraddistingue per il proliferare di negozi bio e di aziende agricole tradizionali che pensando ai consumatori in cerca di maggiore garanzia di qualità, si sono convertite al biologico. Negli ultimi anni, infatti, specialmente nel centro storico di Como sono spuntate più di 10 attività bio.

Elisir di lunga vita
Cosa spinge i comaschi a mettere mano al portafoglio e a sostenere spese che non sempre sono alla portata di tutti? Come ogni nuova tendenza che si rispetti anche quella del bio veleggia tra mito, moda e necessità. C’è chi si rivolge a questi negozietti perché in cerca di prodotti salutisti che non distruggano allo stesso tempo la terra, c’è chi - acquista prodotti naturali per combattere allergie alimentari e chi compra soltanto perché è chic avere il tè verde fatto con le foglie speciali della Thailandia. Infine, c’è chi - come per esempio Francesca Cetti - è una fedelissima del biologico da molto tempo: «Ho iniziato a fine anni Novanta ad andare in una piccola bottega che faceva commercio equosolidale. Ho sempre ritenuto che fosse utile spendere magari qualche euro in più per aiutare agricoltori e contadini di paesi più svantaggiati che cercano di rendersi indipendenti dalle multinazionali». Da quegli anni in cui muovevano i primi passi le botteghe del mondo, la moda del biologico e dell’etnico è cresciuta a livelli esponenziali diventando un vero e proprio "must" al pari della palestra, appuntamento fisso prima dell’aperitivo, e vera e propria tara maniacale. Alla ricerca di elisir di lunga vita sia per l’aspetto fisico, con la palestra, sia per il benessere interiore, con il biologico, i lariani che si lanciano in questo mondo bucolico sono in aumento e, secondo l’Istat, ci si deve aspettare addirittura una crescita del 10%.

Si acquista on line
Con l’impennata della domanda aumenta ovviamente anche l’offerta fatta non solo di vendita diretta negli agriturismi del lago (25% in più), ma anche di botteghe e di gruppi di acquisto che si muovono con ordinazioni online e che vedono Como in seconda posizione solo dietro a Firenze (in aumento del 60% secondo dati Bio Bank). Con l’ingrandirsi del settore c’è però a volte il rischio di incappare in prodotti che offrono solo un mito di ritorno alla natura e che potrebbero essere anche uno specchietto per le allodole, come si legge nel report sul mercato biologico italiano di "Consumers International". Per combattere questo biologico «costruito» e aiutare il consumatore sono dunque nati marchi come quello del regolamento Cee Agricoltura biologica (a garanzia che il 95% degli ingredienti sia ottenuto a rispetto di natura) o come quelli privati, come il «Controllo Biologico del Consorzio» ( finalizzato al controllo dei prodotti biologici) o l’Icea (Istituto per la certificazione etica e ambientale).
In più - a tutelare una costola in forte ascesa del settore bio, cioè quella dei negozi specializzati - c’è chi assume particolari iniziative imprenditoriali, come il comasco Gianni Loberti, proprietario del negozio bio «Mirtilla», e fondatore - assieme a 40 imprenditori italiani - dell’Associazione dei negozi biologici. «Visto che il maggiore fatturato è nel nostro canale, che è frequentato da consumatori consapevoli, vogliamo promuovere e tutelare con la nostra associazione i negozi che vendono esclusivamente biologico e quindi sono certificati. Questo ci permette di garantire al 100% la provenienza dei prodotti che vendiamo alla clientela; una clientela cittadina che non ha sempre la possibilità di andare dal consumatore diretto sul lago sia per questioni di tempo o di distanza e che quindi deve essere rassicurata sulla bontà del prodotto che può trovare nei negozi che vendono esclusivamente biologico in città». È un modo per smarcarsi e distinguersi dalle botteghe e dai supermercati che sugli scaffali hanno collocato anche prodotti naturali.
Il biologico si conferma dunque un mercato in espansione e ha spinto lo stesso Loberti non soltanto a venderlo ma anche ad avviare una sua produzione personale. «Il modo migliore per garantire qualità e abbattere i costi».
Angelica Isola

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