Brunate, rivolta per il caro-acqua
«Scaglioni cambiati senza avvisare»
Orby

Bollette salatissime per l’acqua che utilizzano i brunatesi, distribuita da Acsm. Non solo aumentate le tariffe, la metà dell’acqua che prima si pagava a tariffa agevolata è passata, senza preavviso, ad essere conteggiata con una tariffa di scaglione superiore.

Il salto dai 144 metri cubi annui a tariffa agevolata a 108 non è l’unico che pesa ai cittadini di Brunate, c’è chi si è visto ridurre della metà l’acqua pagata a tariffa agevolata passando da 216 metri cubi annui a 108. E senza spiegazioni.

Non si placa la polemica tra i consumatori sul comportamento di Acsm Agam. Circa 700 utenti attendono ancora la famosa lettera di spiegazioni annunciata ad inizio aprile dall’azienda fornitrice. In un mese, ancora silenzio da parte di Acsm, qualche cliente si è già rivolto alle associazioni dei consumatori, altri, come Vanessa Donnini, vista la situazione, si sono presi la briga di mettere tutto nero su bianco e chiedere spiegazioni dettagliate ad Acsm, perché l’acqua che si usa a Brunate è un bene davvero prezioso che i brunatesi arrivano a pagare anche oltre 5 euro al metro cubo e i consumatori non capiscono proprio cosa sia accaduto e perché la variazione riguardi solo Brunate quando Acsm distribuisce acqua anche a Como, Cernobbio e Monza.

«All’attenzione dei dirigenti (di cui non si possono conoscere i nomi!) che si premurano di aumentare le tariffe del servizio idrico e lo comunicano ai clienti con due mesi di ritardo, ma che non si preoccupano di avvertire della sostanziale variazione degli scaglioni e quindi dei metri cubi impegnati contrattualmente, né i clienti né gli operatori allo sportello», esordisce così la cliente che esige delle spiegazioni.

Principalmente la questione riguarda i motivi per cui si sono applicate quelle condizioni a svantaggio degli utenti di Brunate quando a Civiglio i clienti pagano la tariffa di Como, pur essendo serviti dalla stessa acqua che viene da Brunate ed essendo Civiglio a pochi metri di distanza.

A quanto pare la comunicazione data da Acsm ai clienti è stata molto carente perché non è stato specificato che oltre al costo al metro cubo venivano variati anche gli scaglioni e quindi il numero di metri cubi di acqua ad un determinato prezzo. Tra l’altro le ultime bollette riportavano ancora il vecchio quantitativo contrattuale e quindi non si capiva come mai fossero rincarate di oltre il 50%.

Stando a quanto stabilito dalla Carta dei Servizi dell’azienda ci doveva essere un preavviso di almeno tre mesi nella comunicazione di modifica delle condizioni, mentre secondo quanto notato da Vanessa Donnini la comunicazione che le nuove tariffe decorrevano dal primo ottobre 2013, datata 20 novembre 2013, è arrivata agli inizi di dicembre. «C’è una differenza sostanziale tra tre mesi di preavviso e due mesi di ritardo», precisa la Donnini.

Oltre alle scuse la cliente pretende spiegazioni su quali norme abbiano imposto a Brunate quel trattamento e non a Como e chiede anche il risarcimento sulla bolletta il cui conteggio era fatto sui 108 metri cubi pur segnando ancora 144. Acsm comunica che presto spiegherà tutto.n 

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