Bruni apre alla minoranza
e incassa bordate da tutti

A sorpresa va all’inaugurazione della sede Pd: «Dialogo sui grandi temi»
Accuse dagli azzurri, dall’Udc e dal Carroccio. Oggi vertice di Forza Italia

L’ultimo colpo di scena nell’autunno caldissimo di Palazzo Cernezzi è la presenza, ieri mattina all’inaugurazione della nuova sede del Pd in via Regina, del sindaco Stefano Bruni. E, a sorpresa, il primo cittadino ha addirittura lanciato un segnale di apertura alla minoranza: «Sui grandi temi della città possiamo cercare di avviare un tavolo di confronto, del resto i problemi e le necessità dei comaschi sono le stesse al di là della politica». Ha precisato tuttavia che non ha intenzione «di cercare appoggi politici, perché in Comune non c’è questa esigenza». Mai come in questo momento, però, parole come quelle di Bruni hanno un peso particolare. Giovedì sera, durante il voto sulla mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Enrico Cenetiempo solo due consiglieri del Pd erano rimasti in aula, gli altri erano usciti, di fatto dando una stampella (risultata comunque inutile) a Bruni. Cosa che non si ripeterà giovedì sera, quando in discussione ci sarà una nuova mozione di sfiducia: questa volta nei confronti dell’assessore all’Urbanistica Umberto D’Alessandro. In ogni caso, il sindaco ha già detto chiaramente che non terrà conto né della sfiducia a Cenetiempo e nemmeno, se verrà votata, di quella a D’Alessandro che «non si tocca».

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