Camera di commercio
«Il futuro è con Lecco»

Taborelli: «Sono uno pratico, con la Svizzera impossibile»

«La via è tracciata, ma i matrimoni si fanno in due»

L’alleanza ticinese? Bella e impossibile. Il matrimonio che s’ha da fare - ribadisce Ambrogio Taborelli - è con Lecco. Ma naturalmente, le nozze si fanno in due, quindi la Camera di commercio è in attesa del fatidico sì, in un momento peraltro non facile per i vicini di casa.

La legge di riforma della Camera di commercio, approvata alla Camera e ora all’esame del Senato, ridisegnerà la mappa degli enti nel nostro Paese. E l’attesa sta scaldando dibattito e preoccupazioni. Con un editoriale de “La Provincia” si era suggerita un’ipotesi: quella di una fusione con la Camera di commercio del Ticino.

«Allora mi piacerebbe anche con Parigi o Francoforte - dice Taborelli - Ma sono un tipo pratico e noi abbiamo già deciso in giunta, come pure scritto a Lecco. Questa è la logica più plausibile.

Non è una via scontata per questioni di vicinanza oppure un ripiego: «Ci sono tutte le condizioni per poter far bene con Lecco. Noi non siamo con le spalle al muro, peraltro» insiste l’attuale leader camerale.

Si riferisce agli spiragli dell’articolo 8 nel disegno di legge che riforma la pubblica amministrazione. «La nuova normativa - osserva Taborelli - già approvata alla Camera prevede infatti la possibilità di autonomia in determinati casi. Tra questi c’è la caratteristica di essere circoscrizioni territoriali di confine».

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