Cantù rende omaggio a Toppi

Pittore del territorio e della gente

A Villa Calvi una mostra celebra i temi del maestro

«Non amo i riflettori: preferisco comunicare solo con i quadri»

Ancora oggi Pietro Toppi lavora a Cantù: la sua città, lo celebra, in occasione dei suoi 80 anni, nella bella mostra di villa Calvi, curata dall’architetto Tiziano Casartelli, che ha il merito di valorizzare un artista degnissimo.

Allievo dell’Accademia di Brera, pittore professionista, cantore del lavoro e delle tradizioni di una terra, vissuta nel contrasto insanabile tra il capitale e l’opera degli uomini concreti in carne ed ossa.

Quindi un’attenzione molto spontanea alle persone che lo hanno circondato, come contadini e muratori: gli umili di manzoniana memoria, a cui viene consegnato il futuro dell’umanità. Da qui il titolo della mostra, “La pittura come impegno sociale” non potrebbe essere più felice.

«Ho dipinto sempre muratori, persone che lavoravano, costruttori – dice lo stessi Pietro Toppi – Mi sembrava che esprimessero al meglio i caratteri della vita concreta, le esperienze di un’umanità dolente».

Così una delle opere più significative esposte nella rassegna, il “Trasporto del ferito nel cantiere”, come coglie bene Casartelli nella presentazione della mostra, rivela il rapporto con il messaggio centrale della Rivelazione cristiana, la deposizione dalla Croce, la speranza salvifica della Redenzione.

La mostra di Toppi sarà visitabile ancora fino al 28 luglio prossimo. Lunedì e martedì resterà chiusa, mercoledì e giovedì sarà aperta dalle 17 alle 19, venerdì dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 22.30, sabato e domenica dalle 10.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.

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Eco di Bergamo Cantù, la mostra di Toppi