Cantù, diventa a rischio
l'ordinanza "antisbandati"

Il Tar della Lombardia ha sospeso provvedimenti analoghi a quello adottato in dicembre dal Comune di Cantù, che subordina la concessione della residenza al possesso di una serie di requisiti.

CANTU’  Ordinanza antisbandati a rischio, dopo che il Tribunale amministrativo regionale ha deciso la sospensione di analoghi provvedimenti adottati da altri sindaci lombardi (Lecco, Seregno, Lissone, per citare i più importanti), accogliendo il ricorso presentato da singoli cittadini o dai sindacati.
Le ordinanze sono quelle firmate da decine di sindaci leghisti sull’onda di quanto deciso da quello di Cittadella in provincia di Padova e che ponevano un limite minimo di reddito a 5 mila euro e la disponibilità di un alloggio decoroso tra i requisiti per ottenere, da parte degli immigrati stranieri, la residenza in città. Il sindaco canturino Tiziana Sala aveva fatto da apripista nella nostra provincia, firmando l’ordinanza il 14 dicembre dello scorso anno.
Ora, la sospensiva del Tar nei confronti degli altri comuni. Cantù non è al momento coinvolta direttamente. Ma solo perché nessuno, al momento, ha presentato ricorso contro l’ordinanza canturina. Il sindaco si dice comunque tranquilla: «E’ un’ordinanza fatta nell’interesse della popolazione canturina. Ma anche degli altri, degli immigrati. Perché in questo modo li si garantisce: prevede che siano in regola, che abbiano un reddito per poter vivere, che abitino in case dignitose".

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