Capre disperse
Missione per salvarle

Sono rimaste intrappolate in cima all'Alpe il 28 di novembre durante la prima nevicata della stagione. L'allevatore ha chiesto aiuto perchè venga loro portato fieno in elicottero

Cusino Erano salite in cima con il bel tempo, sono rimaste intrappolate dalla neve. Trenta caprette sono senza cibo dal 29 novembre. Sono a 1.300 metri di altezza, sopra Cusino, in val Cavargna. Non riescono a scendere, troppa neve. E basta vedere altre capre, quelle di Verceia, dove un pastore ha rischiato la vita per andare a recuperarle, per capire quanto possa essere alta la neve in montagna.
Gino Battaglia è un allevatore, le capre non sono tutte sue, ma ha a cuore il destino di tutte.
«Non posso andarle a recuperare perchè c’è troppa neve e ho avuto anche un infortunio al ginocchio - dice il pastore -. È da tanti anni che faccio questo mestiere ma una cosa così non è mai capitata. Le capre scappano sempre, salgono al pascolo, poi alla sera tornano indietro. Invece alla prima nevicata sono rimaste in cima e non sono più riuscite a tornare».
Battaglia ha chiesto aiuto prima alla Comunità montana, poi alla Protezione civile. I Volontari del Lario di Fino Mornasco hanno contattato gli elicotteristi del Corpo forestale di Curno (Bergamo). Recuperare le capre non è infatti facile, soprattutto se sono in una zona dove i soccorsi faticherebbero a recuperare anche un ferito. E infatti il Corpo Forestale ha detto che per intervenire con un elicottero sarebbe servito l’ok del veterinario dell’Asl di Como.
«Il veterinario mi ha detto che ci incontriamo domani (oggi per chi legge, ndr) in ufficio e ne parliamo - dice Battaglia -. Io non pretendo che vadano a salvarle, non so neanche se ci sono ancora tutte. Solo vorrei che gli portassero un po’ di fieno. Con questo freddo e senza cibo, moriranno di sicuro».
L’ultima volta che sono state avvistate è stato sabato: «Le ho viste in cima, avrei voluto farle scendere ma non si può. È una zona pericolosissima, ci sono passaggi dove anche loro rischiano la vita, non hanno vie d’uscita visto che poi è nevicato anche la seconda volta».
Non è facile portare in salvo le capre anche perchè si tratta di un salvataggio insolito che infatti ha avuto bisogno di un domino di telefonate per arrivare alla soluzione che, oltretutto, è ancora lontana. Bisogna decidere se è il caso di mandare un elicottero che butti il fieno per salvare le caprette nella speranza che arrivi il disgelo e possano ritrovare la strada del ritorno. Recuperarle tutte con il verricello come si fa con i feriti è forse una missione esagerata ma l’allevatore non vuole neanche questo. Solo vorrebbe che si trovasse un sistema per riuscire a portare un po’ di cibo. In un primo momento sembrava che la richiesta si fosse arenata al servizio di veterinaria dell’Asl. Ma ora si è aperto uno spiraglio. Battaglia sarà ricevuto da uno dei veterinari e discuteranno insieme la situazione. Stamattina si saprà quindi se potrà partire la missione per portare in salvo le povere caprette senza rischiare la vita come ha fatto il pastorello di 16 anni, salvato grazie al fiuto del cane del Soccorso alpino.
Anna Savini

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