Carta sconto, la Regione non ce la fa più

Dal primo gennaio potrebbe scomparire
Formigoni: <Troppo cara, ci pensi il Governo>

La partita, ora, si gioca in Parlamento, ma se non è un annuncio a lutto, poco ci manca. Di buono c’è che il destino della Carta sconto benzina si saprà nel giro di qualche settimana, di cattivo invece che la Regione ha già alzato bandiera bianca. Troppo caro, per il Pirellone, ripianare i conti del pieno scontato sottocasa. Probabile che saranno molti i comaschi costretti a tornare alla spola con le pompe di Chiasso.
Ecco perché Formigoni ha detto a chiare lettere che l’esperienza regionale si è esaurita e la palla passerà ora allo Stato, con richiesta di un emendamento alla per altro già blindatissima legge finanziaria.
Lo snodo decisivo sarà in commissione bilancio, prima alla Camera e poi al Senato. Ed è il Pirellone, nei giorni scorsi messo sulla graticola, a chiamare allo scoperto deputati e sanatori. «Sì, l’unica strada per mantenere in vita la carta sconto - spiega Raffaele Cattaneo, assessore alle infrastrutture - è quella di emendare la Finanziaria per fare sì che il meccanismo virtuoso, interamente sulle spalle della Regione da otto anni, venga sostenuto anche dallo Stato». In sostanza, si chiede a Roma di rinunciare a una quota delle accise sulla benzina così come decise a suo tempo il Pirellone per porre fine al pendolarismo del pieno con il Canton Ticino. Per ora, di certo, c’è la volontà della Regione di iniziare questa sorta di battaglia bipartisan a favore del territorio, anche se qualcuno sospetto che si tratti semplicemente di un rinviare l’agonia, passando la patata bollente al governo, così da poter poi gridare a "Roma ladrona". Supposizioni.

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