Carugo, calcio e bambini
Il mister allontana i genitori
«Creano inutili tensioni»

Imposte regole ferree a tutte le famiglie dei giovani

«Spogliatoi off limits e le partite le seguono dalla tribuna»

Non possono seguire da vicino gli allenamenti e durante le partite e sono rigorosamente confinati in tribuna, senza la possibilità di entrare negli spogliatoi. Queste le regole che i genitori dei giocatori del settore giovanile del Carugo calcio, devono rispettare da alcuni anni.

Da quando a sovraintendere è arrivato Alfredo Galimberti. Un appassionato di calcio, che ha alle spalle una lunga carriera come allenatore (anche Stella Azzurra Arosio e Mariano, prima dell’approdo a Carugo) e che ha dei punti fissi ai quali non viene meno.

«Bisogna capire che il calcio è un gioco per i bambini e non per i genitori – spiega -. E che gli allenatori devono seguire i giovani giocatori e non spiegare ai papà e alle mamme, perché il figlio non gioca o perché è stato sostituito».

In un contesto che, negli ultimi tempi, ha visto il moltiplicarsi di episodi incresciosi, anche nel giovanile, Carugo è sempre più un’isola felice. «Abbiamo cercato di limitare al minimo le conflittualità – aggiunge Galimberti -. Troppo spesso i genitori caricano di responsabilità e di aspettative i figli che, invece, vogliono semplicemente divertirsi, giocando a calcio con gli amici». Una scelta che all’inizio non è stata facile.

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