Casate, scandalo senza fine
Chiude il palazzetto del ghiaccio

Negativo l’esito di un sopralluogo per valutare la tenuta della copertura: subito sospese tutte le attività - Il Comune: «Non ci sono le condizioni di sicurezza». La protesta di hockeisti e pattinatori: «Un dramma sportivo»

Piscina di Muggiò: chiusa. Palazzetto dello sport: chiuso. Palestre: a pezzi. E da ieri Como non ha più nemmeno il palazzo del ghiaccio di Casate.

Si fermano tutte le attività sportive, senior e giovanili, con uno stop dalla durata ancora incerta. La decisione è stata presa in seguito al sopralluogo avvenuto nella struttura tra i tecnici del Comune e Csu, la Como Servizi Urbani che gestisce l’impianto. È stata quindi disposta la chiusura immediata, per svolgere alcune verifiche sulla tenuta della copertura, con la sospensione immediata di tutti gli allenamenti, partite e aperture al pubblico.

«In seguito a un controllo periodico della copertura dello stadio del ghiaccio di Casate, è emersa la necessità e l’urgenza di procedere a immediate e ulteriori attività di verifica relative alla tenuta statica della copertura», hanno scritto in una nota congiunta Comune e Csu. Non ci sono tempistiche precise per la riapertura, almeno fino al completamento di queste attività ispettive, «non avendo alcuna garanzia che sussistano le necessarie condizioni di sicurezza». Sarà quindi Csu a occuparsi dell’ispezione e della verifica della conformità della struttura, interpellando un ingegnere esperto in strutture lamellari. «I settori Lavori pubblici e Sport del Comune e di Csu – in conclusione -, consapevoli dei disagi arrecati alle società sportive, agli atleti e alle loro famiglie, assicurano costanti aggiornamenti sulla situazione dello stadio del ghiaccio».

Da molti anni il palaghiaccio di Casate è al centro di polemiche, interessato da chiusure forzate a causa dei problemi strutturali che via via sono emersi nel corso dei vari sopralluoghi effettuati.

Il problema non riguarda però pochi intimi, ma tanti cittadini comaschi e non solo. Il centro sportivo è utilizzato da quattro società sportive, avvisate della chiusura della loro “casa” da una mail di Csu: un migliaio gli atleti e i tecnici coinvolti. Si tratta quindi di una questione di sicurezza, che arriva alla vigilia di una gara di pattinaggio artistico - organizzata e ovviamente già annullata d’urgenza dall’Asga - che avrebbe animato il palaghiaccio nel fine settimana: i 130 atleti iscritti, in arrivo da tutto il Nord Italia, non si muoveranno da casa. Ma la pista è sfruttata anche dal Ggr di pattinaggio, dall’Hockey Como e dall’Olimpia Como di sincronizzato. Per tutte, si prospetta l’ennesima annata di disagi e problematiche.

«Per noi e le altre società è un dramma sportivo – sbotta Ivan Lodi, presidente dell’Asga - Al di là del dispiacere per l’annullamento della gara, uno stop a stagione agonistica in corso è problematico. Ora sarà difficile trovare altri spazi fuori provincia, già contingentati: chiederemo “asilo politico” come in passato a Sesto San Giovanni, Assago, Bergamo e San Donato. Però ora vorremmo sapere le reali cause di questa chiusura, anche se le intuiamo da anni: basta alzare gli occhi e vedere in che condizioni è il tetto. Finora, ci avevano sempre rassicurati».

Vicino alle società l’assessore allo Sport Paolo Annoni: «Sulla sicurezza delle persone non ci sono margini di commento o di rischio: spiace davvero tanto per le società sportive, gli atleti e le famiglie anche perché oggi ci si trova con problemi a tutte le strutture nei dintorni, come a Chiasso e Varese».

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