Comaschi campioni d'azzardo
Quanti soldi in scommesse e slot

Secondi in Italia per puntate nei videopoker. Quasi 700 euro a testa in un anno

Giocare d’azzardo piace, a Como più che altrove e sempre di più. Sia pure nel piccolo, sia pure non necessariamente facendosi prendere la mano, la città lariana svetta, nell’ultima indagine nazionale dell’agenzia giornalistica Agicos, tra le province italiane che, pro capite, più puntano su lotterie e newslot.
Dentro videopoker e slot maschine con cui, di fatto, negli ultimi anni bar e Stato stanno facendo soldi grazie a legalissimi minicasinò, nel 2007 i comaschi hanno letteralmente gettato, in media, la bellezza di 679 euro a testa: una cifra che, per portata, in tutto lo stivale li rende secondi solo al «fenomeno Pavia», come etichetta l’Agicos l’enormità di 1.098 euro pro capite all’anno in «apparecchi da intrattenimento».

Como è ben piazzata anche nella classifica dove, pro capite, si è speso di più per tutti i giochi e le scommesse autorizzati dai monopoli di Stato:la città lariana è nella pole position di chi supera i mille euro a testa (1.003 euro, per la precisione), preceduta da Teramo (1.014 euro), Rimini (1.058 euro), Savona (1.205 euro) e Pavia, sul podio con 1.498 euro.
Sul peso dei dati, secondo il vicedirettore di Agicos Simonetta Bonanni, non incide la peculiarità che Como, tra i suoi Comuni, annoveri anche Campione d’Italia, exclave in Canton Ticino nota alle cronache soprattutto per il grande e discusso casinò municipale: «La ricerca - afferma Bonanni - è l’unica, da anni, da noi compiuta a tappeto su tutte le province italiane. Le newslot si stanno diffondendo capillarmente in ogni centro. In questa prospettiva, i giochi del casinò in terra svizzera, catalogati come newslot, rappresentano una parte non significativa del campione». Per valori assoluti, ossia per maggiori soldi puntati nelle lotterie e nelle macchinette, Milano si aggiudica il podio con circa 3,5 miliardi, lo scorso anno, in lotto, superenalotto, bingo, lotterie, newslot e giochi a base sportiva e ippica, seguìta da Roma (3,4 miliardi di euro) e Napoli (2,4 miliardi di euro).

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