Como, è allarme commercio
In un anno chiusi 89 negozi

Saldo stabile (1587), ma spicca l’alto turn-over: «Molti non riescono a tenere aperti»
In centro giù 67 saracinescche su 690 (10%). Primavesi: «Segnale molto preoccupante»

Ottantanove negozi chiusi in un anno, ossia uno su 17. Il campanello d’allarme è tutto condensato in un numero. Il saldo tra aperture e cessazioni è sostanzialmente stabile (meno due, per un totale di 1587 negozi inferiori ai 250 metri quadrati), ma questo significa un turn-over notevole e cioè che: molti aprono e altrettanti non hanno la capacità di tenere aperto. Non solo. «Un altro dato preoccupante - spiega il presidente dell’Unione commercio e turismo, Giansilvio Primavesi - sono i 67 negozi chiusi su 690 nella sola città murata, pari al 10%. Questo sta a dimostrare che la città è vestita da Arlecchino, con una concentrazione piuttosto elevata di saracinesche abbassate anche in centro. Se questo avviene è segno che lo stato di salute, forse anche per gli affitti molto alti, non è buono». La percentuale cresce ulteriormente nelle zone semicentrali, da via Milano Alta (18 chiusi a fronte di 60 aperti) al Borgo Vico (una quindicina di serrande abbassate sia nella vecchia che nella nuova), arrivando in alcuni casi a raddoppiare. «Ma - aggiunge Primavesi - se in città murata la situazione è stazionaria vedo segnali di ripresa e qualche insegna accesa in più».

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