Como, frana in via Per San Fermo
Proteste e firme: «Riaprite quella strada»

Rischio stop fino a marzo. Gruppo su Facebook: «Inaccettabile, disagi per migliaia di persone» L’assessore: «Tratto pericoloso, rischio di altri crolli»

«Riaprite via Per San Fermo». Cresce la protesta tra i residenti nei quartieri di Monte Olimpino, Ponte Chiasso e Sagnino e chi utilizza abitualmente il tratto cittadino della Garibaldina anche in vista di gennaio, quando riapriranno le scuole e le aziende svizzere attualmente chiuse. Protesta che sui social ha la forma di un gruppo Facebook che ha raccolto 250 adesioni in una manciata di giorni. Si parla anche di possibili manifestazioni a Palazzo Cernezzi oltre che di chiedere aiuto al consiglio comunale (il primo, dopo la pausa natalizia).

Nel gruppo viene chiesto al Comune di intervenire per riaprire la strada il prima possibile, almeno a senso unico alternato e, in subordine, si torna a chiedere di introdurre il senso unico in via Cardano (a salire) e in via XXVII Maggio (a scendere) per evitare ingorghi su strade dal calibro ridotto oltre che piene di curve. La chiusura della strada (accesso consentito solo ai residenti da Como o da San Fermo a seconda della distanza del numero civico dallo smottamento) ha un impatto pesante per migliaia di persone costrette ad itinerari alternativi, su tutti quello di passare dalla convalle con allungamento considerevole dei tempi di percorrenza oltre che di aggravamento della condizioni del traffico cittadino, già sotto pressione. Situazione, come detto, destinata ad aggravarsi con la ripresa del 7 gennaio.

Le notizie sui tempi di intervento non sono buone. Il terreno, di proprietà privata, viene giudicato instabile e sono stati segnalati ulteriori distacchi, anche se di lieve entità, anche negli ultimi giorni. Il problema, spiegano i tecnici, non è tanto (o non solo) nella parte visibile da cui si sono staccati terra e sassi, ma più in alto, a ridosso di un’abitazione. Il muretto che sorregge la strada di accesso è a rischio, come pure il terreno sottostante. Dopo un primo, parziale, intervento di taglio piante e alcuni sopralluoghi, ieri sono stati avviati i rilievi topografici per la predisposizione del progetto di messa in sicurezza. Da quanto si apprende i privati hanno comunicato al Comune che il materiale necessario (speciali barre da ancorare al terreno) saranno pronte solo dal 13 gennaio. A quel punto potrà iniziare l’operazione di consolidamento che richiederà qualche settimana. A quel punto scatterà la fase successiva per la posa di maxi reti di contenimento da parte dei rocciatori per garantire la sicurezza del versante. Tempi? I tecnici ipotizzano la conclusione per marzo. Nel frattempo si valuterà la possibilità di aprire a senso unico alternato una corsia, ma anche in questo caso ci vorrà più di un mese per capire se la prima fase consentirà o meno di farlo.

«Il Comune - commenta l’assessore a Protezione civile e Polizia locale Elena Negretti - è sul pezzo ed è chiaro che l’obiettivo è quello che il privato faccia il prima possibile per consentire la riapertura della strada. Adesso, però, non è sicura e rinnoviamo l’invito a non oltrepassare le transenne, nemmeno in bicicletta». Sui tempi l’assessore dice che «anche un intervento diretto del Comune non li avrebbe ridotti poiché le aziende che producono il materiale sarebbero chiuse anche per noi». Sulle modifiche a via Cardano e Val Fresca conclude dicendo: «L’istituzione di sensi unici crea problemi con i passi carrai. Si stanno studiando possibili ulteriori soluzioni».

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