Como, frane e dissesti
La burocrazia blocca 20 milioni

Sette su dieci i Comuni a rischio idrogeologico

Eppure da anni c’è un tesoro di risorse congelate

Una storia fatta di burocrazia, di soldi (tanti), di problemi da risolvere (altrettanti) e di un territorio instabile, con sette Comuni su dieci interessati da dissesti idrogeologici.

È quella dei 20 milioni di euro bloccati da anni nelle casse dell'amministrazione provinciale nonostante potrebbero essere usati per sistemare torrenti, boschi, per fare manutenzione delle valli. Per evitare, insomma, quello che è successo a Brienno tre anni fa o, in misura più limitata, 48 ore fa a Blevio.

Nel dettaglio, i fondi sono quelli delle compensazioni per grandi opere come l’autostrada A9 e Pedemontana. A Villa Saporiti sono arrivati poco meno di 2 milioni di euro dalla A9, mentre dalle autorizzazioni forestali rilasciate per Pedemontana ha incassato 3milioni nel 2010, quasi 6 milioni nel 2011, 7.7 milioni nel 2012 e quasi 200mila euro nel 2013. E il conto attuale è arrivato a circa 20 milioni di euro. Un vero e proprio tesoretto tanto indispensabile quanto inutilizzabile.

Perché le frane non nascono per caso. La prima causa è l’abbandono della montagna.

E poi ci si ritrova a contare i danni.

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