Con la vecchia Graziella
al campo base dell'Everest

Mauro Vanoli di Maslianico
ha recuperato la bici in discarica

MASLIANICO (G. D.) In Nepal con la Graziella. E non si tratta di una graziosa fanciulla, avvezza ai lunghi viaggi, ma dell’inossidabile bici pieghevole con la quale Mauro Vanoli si è avventurato sino al campo base dell’Everest. Il 33enne “selvatico” (www.selvatiko.com il suo sito), come si è ribattezzato Vanoli, qualche settimana fa si è messo in testa di raggiungere il campo base dell’Everest, la più alta montagna della terra, con i suoi quasi 8.850 metri. Con una Graziella. Tra l’altro, nel Parco di Sagarmatha (il nome dell’Everest in nepalì), l’ingresso alle bici è tassativamente vietato.
Ma che avventura sarebbe senza un pizzico di trasgressione. «È stata una ragazzata - sorride Mauro - un’idea malsana, così, per fare qualcosa di diverso». Dopo aver passato un mese a Katmandu, per “acclimatarsi”, Vanoli ha raggiunto con un volo aereo quota 2.880 metri e da lì è iniziata la sua "escursione". Con uno zaino di 24 kg. sulle spalle, sei di equipaggiamento foto/video nonché vestiario e 13 di bici, opportunamente “occultata” all’interno dello stesso per poter oltrepassare senza destar sospetti l’ingresso al National Park. Quanto alla bici, l’indiscussa protagonista della storia, «presa da una discarica, modificata grazie ai soliti amici (Gaetano di Lario Bike, ndr), sabbiata, verniciata e tatuata, in Nepal, da un maestro Tanka (arte asiatica di pittura religiosa su stoffa, ndr) con motivi locali (un dragone). E poi via, lungo un percorso a tratti impegnativo, che ha portato Vanoli a raggiungere la distesa morenica del “gigante” Everest sino al campo base dell’imponente montagna della catena himalaiana. Posto alla ragguardevole altezza di 5.340 mt., anche se Mauro è riuscito a salire duecento metri più su.

© RIPRODUZIONE RISERVATA