Disco abusiva, la prova su Facebook
Ecco com’era la notte in via Cantù

La pagina “Messina’s Party”, ancora attiva, promuove il capannone come un locale. Foto, post e commenti dei ragazzi. «Facciamo una festa ispirata ai cartoni animati»

Ci sono i ragazzi che ballano mentre le luci cambiano colore. I drink nei bicchieri di plastica. I timbrini sulle mani di chi ha varcato l’ingresso a pagamento, 10 euro con consumazione, 5 senza. La folla. Come in una vera discoteca: definizione usata anche gli stessi organizzatori.

Per quello che nelle ipotesi di reato della polizia locale di Cantù altro non è che un locale senza uscite di sicurezza, aperto illegalmente al pubblico.

“Messina’s Party”, come è stata chiamata dai teenager - con il cognome di nonno Francesco, il 75enne proprietario dei muri - l’ex stireria di via Cesare Cantù 4. Tutto visibile - si potrebbe dire: promosso - su Facebook.

“Messina’s Party. Discoteca”, il titolo e la categoria affibbiata alla pagina del social network. Dove i giovani potevano mettersi d’accordo nei giorni precedenti, per scegliere i dettagli della serata. E rivedersi in foto.

I “mi piace” sono 176

E dove spunta anche qualche commento dopo il blitz di sabato della polizia locale: 165 minorenni presenti, 44 di loro al di sotto dei 16 anni, quest’ultimi sottoposti ad alcoltest, 6 di loro con un tasso fino a tre volte oltre il limite per guidare un’auto.

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