Dogana, incredibile
Otto tigri fermate senza documenti

Le carte e i conti non tornano: funzionari in difficoltà
Così i feroci felini rimangono "parcheggiati" al confine

Tigre contro tigre. Dove la vera belva è la burocrazia: sta facendo il giro dell’Insubria la storia di cinque tigri con passaporto italiano che andarono in Svizzera aggregate ad un circo. E si ripresentarono in otto al valico di Brogeda per tornare in Italia, a  Latina. Durante l’estate, una delle tigri aveva partorito, tre cuccioli vispi e ancora lattanti, ma senza documenti. Con tutto il rispetto, ufficialmente figli di nessuno. Non potranno mai sapere in che guai hanno messo tutti, in quella fascia di confine dove s’intrecciano leggi, norme e modifiche alle stesse. Un esempio? Per esportare animali protetti è competente il ministero dell’Ambiente. Per importarli, è competente il ministero delle attività produttive, già Mincomes, ministero commercio estero. E per la ri - esportazione, è competente il ministero delle politiche agricole. È ovvio che sia così, viene spiegato ai profani: il fine è la protezione delle specie in via d’estinzione, depredate, maltrattate, commercializzate clandestinamente, tenute in pessime condizioni e uccise.
Ad ogni modo, i primi a non capacitarsi furono gli Svizzeri, in dogana: erano entrate nella Confederazione cinque tigri con passaporto in temporanea esportazione. Ne escono otto e dunque la cosa va sistemata. A questo punto, le versioni sono discordanti: le autorità ticinesi affermano di aver dato il nulla osta, sono state le autorità italiane a far questioni: se erano cinque, come sta scritto sul carnet, come hanno fatto a diventare otto? Ma la dogana italiana non aveva motivi per opporre problemi: che cosa rilevano, dal punto di vista fiscale, cinque tigri oppure otto? Referente, in questo caso, è il Cites, organismo del Corpo Forestale dello Stato, preposto alla vigilanza della “Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali selvatiche minacciate di estinzione”. Un organismo di polizia, fatto da uomini che hanno capito subito una cosa: i cuccioli non potevano essere separati dalla madre.

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