DOMASO, CACCIA AL KILLER
Si cerca casa per casa
Verifiche su chi ha un'arma

Terzo giorno di indagini per l'omicidio di Alfredo Sandrini colpito all’addome e alla schiena da proiettili di piccolo calibro. Stamane sopralluogo sul luogo del delitto di carabinieri e pubblico ministero

La  mattinata del terzo giorno di caccia all'uomo, in altolago, si è aperta con un nuovo sopralluogo sulla ciclabile tra Domaso e Gera Lario, dove venerdì sera una mano finora ignota ha sparato due o più colpi di arma da fuoco contro Alfredo Sandrini, 40 anni di Sorico, uccidendolo.


I carabinieri del nucleo operativo di Menaggio e del reparto operativo di Como si sono ritrovati con il pubblico ministero Mariano Fadda per un sopralluogo, partendo dal punto di via V Case dove Sandrini è stato soccorso.


Nel frattempo proseguono gli accertamenti non solo per tentare di capire cos'abbia fatto la vittima nella sua ultima ora di vita, ma anche per scovare eventuali testimoni. Per questo motivo da ieri i carabinieri sono impegnati in una ricerca di informazioni utili casa per casa. Non solo, ma sono in corso accertamenti anche su tutti i titolare di un regolare porto d'armi residenti nella zona.


La pista dell'agguato, anche se non scartata, sembra passare in un secondo piano. Non convince, infatti, non solo il fatto che il killer abbia lasciato che la sua vittima si allontanasse, ma soprattutto il calibro utilizzato: un piccolo calibro, non certo preferito dai delinquenti.


Intanto si stanno anche ricostruendo le ultime parole di Sandrini.


«Era lì a terra, accanto alla bicicletta, che tentava di utilizzare il telefonino. Mi ha visto, mi ha chiesto aiuto... All’inizio ho creduto che fosse semplicemente ubriaco, e ho avuto paura. Allora sono rientrata in casa e ho chiamato il 118».


A parlare è la signora Tatiana, la donna che venerdì sera ha chiamato i soccorsi dopo aver visto Alfredo Sandrini a terra, lungo la ciclabile nella frazione Cinque case.


Alfredo Sandrini era steso sulla ghiaia: «Mentre lo soccorrevano - dice la signora - raccontava che gli avevano sparato. L’ho sentito parlare di un fucile... Poi se lo sono portati via». I carabinieri hanno cercato a lungo qualche bossolo, che in realtà non si è trovato. Per l’intera giornata di ieri la pioggia ha martoriato tutto il paese, portandosi via le speranze che la scena del crimine avesse conservato qualche traccia. Il problema - uno dei problemi di questo mistero fitto fitto - è che a parte la signora Tatiana e suo marito di testimoni non ce n’è.

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