Dopo la cartoleria
chiude l'alimentari

Beregazzo perde due negozi. Il titolare della gastronomia-tabacchi: <Troppi sacrifici, nessuno vuole subentrare. Tengo aperta la ricevitoria per sei mesi, poi passo a un altro>

a.savini

BEREGAZZO CON FIGLIARO Con il nuovo anno, Figliaro perde due negozi. Ieri, ultimo giorno di lavoro per l’alimentari-gastronomia-tabacchi di via Lucini, qualche giorno fa aveva chiuso la cartoleria Arcobaleno di via Risorgimento. Una moria di esercizi commerciali ormai inarrestabile. Occhi lucidi e lettere di ringraziamento dai clienti più affezionati hanno accompagnato le ultime ore di apertura dell’alimentari di Giuseppe Albonico: uno dei punti vendita storici di Figliaro. «Ho iniziato l’attività in forma autonoma nel ‘72, quando il negozio era in via Risorgimento – racconta il titolare – Nell’’81 il trasferimento nella sede attuale, dove via via siamo cresciuti. Sei anni fa l’abbiamo ristrutturato, puntando sul banco gastronomia, in aggiunta agli alimentari e all’annessa tabaccheria-lotto». A differenza del mini-market, il servizio tabaccheria resterà aperto: «Chiudo l’alimentari-gastronomia, ma per circa sei mesi andremo avanti con la tabaccheria, poi subentrerà un nuovo gestore – aggiunge Albonico, 59 anni -. Da un paio d’anni sono in pensione, ho continuato per la passione che ho sempre avuto per il mio lavoro, ma ora mi sono deciso a chiudere sia per problemi di salute sia perché diventa sempre più difficile andare avanti. Le spese sono aumentate in modo assurdo, la clientela è discontinua. Non abbiamo trovato nessuno disposto a rilevare l’attività: è un lavoro che richiede sacrifici. Il Comune, proprietario dello stabile, era disposto a venirci incontro con l’affitto pur di non chiudere. Avrei proseguito, solo se la gestione fosse stata assunta da altri». Più giovane, ma altrettanto popolare, l’altra attività che ha chiuso i battenti: la cartoleria Arcobaleno di proprietà di Eugenia Fagone: aperta nel ’99, prima con sede a Castelnuovo, dal 2002 in via Risorgimento a Figliaro. Un bazar dove si poteva trovare di tutto un po’: cartoleria, articoli regalo, merceria, profumeria di cui si servivano sia le persone anziane non automunite, sia i genitori per piccoli acquisti di cartolibreria per i figli. «La concorrenza con i centri commerciali è spietata in più è intervenuto, come concausa per farci decidere di gettare la spugna, il divieto di parcheggiare sull’aiuola – spiega il contitolare Antonio Agresta – Gli introiti sono già limitati, se poi si perde una fetta di clientela, quella di passaggio che sostava sull’aiuola il tempo di un acquisto veloce, non si riesce a far quadrare i conti con l’affitto da pagare. Con la nascita di nostro figlio, meglio per la mamma stare a casa a curarlo».
Manuela Clerici

Cronaca

Mercoledì 07 Gennaio 2009

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