Ecco la classifica degli ospedali
Cura dei tumori, Como è al top

Lo dicono i risultati del «Programma nazionale esiti 2012» appena elaborati dall’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari), numeri che presentano un identikit capillare delle condizioni di salute delle strutture italiane

Como

Gli ospedali comaschi, in particolare il Sant’Anna, si confermano ai primi posti per la qualità delle cure prestate ai pazienti oncologici.

Lo dicono i risultati del «Programma nazionale esiti 2012» appena elaborati dall’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari), numeri che presentano un identikit capillare delle condizioni di salute degli ospedali italiani. Il rapporto mette a confronto ogni anno - questa è la quarta edizione - i risultati ottenuti in base a 47 indicatori comuni a tutte le strutture, che vanno dalla mortalità a 30 giorni per ictus a quella per infarto, dalla proporzione dei parti con taglio cesareo alle complicanze a 30 giorni per colecistectomia.

In realtà nei risultati ci sono numerosi fattori che entrano in gioco. E per questo le “classifiche” elaborate sulla base dei dati dell’Agenas vanno lette in controluce e prese con le molle. Il Sole 24Ore-Sanità ha effettuato un’elaborazione delle prime 20 e ultime 20 strutture per tutti gli indicatori messi a disposizione dall’Agenzia.

Lo studio prende in esame anche tutte le strutture del territorio comasco. Scorrendo le classifiche si scopre ad esempio che l’ospedale di Erba si distingue in senso positivo per quel che riguarda la proporzione di parti con taglio cesareo primario. Negativo, invece, il risultato dell’ospedale di Cantù rispetto alle complicanze dopo 30 giorni da una «colecistectomia» effettuata con laparoscopia in regime ordinario. Bene, come accennato, i numeri relativi alla cura dei tumori, in particolare al Sant’Anna ma anche a Erba. Basso anche il dato, al Valduce, sulla mortalità per tumore al polmone a 30 giorni dall’intervento. Alta mortalità per infarto al Sant’Anna, ma bisogna considerare anche il numero e la complessità dei casi presi in carico.

Questa stessa indagine aveva riservato anche voti alti anche per la cura dello scompenso cardiaco (mortalità trenta giorni dopo il ricovero al 6,3%) e dell’ictus (7,6% contro il 9,9% a livello nazionale). Eclatante il dato sui parti cesarei al Sant’Anna: sono soltanto il 9,7% del totale contro il 24,5% del Valduce e una media italiana del 28,3%. Numeri meno positivi sui tempi d’attesa per un intervento chirurgico causa frattura del collo del femore: 8 giorni contro una media di 5 e solo il 7,9% avviene entro 48 ore (anche se va detto che al Sant’Anna l’85,8% dei casi viene affrontato con la tecnica laparoscopica, la più complessa).

In linea con la media italiana i dati del Valduce sull’ictus, più alta invece la mortalità a trenta giorni dal ricovero per scompenso cardiaco (12,7%). L’asportazione della cistifellea, solitamente per presenza di calcoli (colecistectomia), viene effettuata in laparoscopia con una degenza media di quattro giorni sia al Valduce che al Sant’Anna.

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