Ecco la mascotte Expo
Si chiamerà Foody

Il nome selezionato dalle proposte di oltre 8 mila bambini. Il volto rappresenta 11 alimenti. Maroni scherza sull’aglio Guagliò: «Gli aggiungerei anche un cognome - ha detto - magari Bagaj»

E’ Foody il nome scelto per la grande mascotte pensata insieme a Disney di Expo Milano 2015. Il nome è stato selezionato tra le oltre 8 mila proposte arrivate da bambini di tutta Italia.

Il “volto” dell’evento è composto da undici piccole mascotte che raffigurano altrettanti alimenti, ognuno dei quali ha ricevuto anch’esso un nome. Dopo l’aglio Guagliò, (anche se Maroni riferendosi proprio all’aglio, ha proposto che gli sia dato anche un cognome: “Aggiungerei - ha spiegato - Bagaj, che in lombardo vuol dire ragazzino e aj, aglio. Così avrà un nome e un cognome) sono stati battezzati anche la banana Josephine, il fico Rodolfo, la melagrana Chicca, l’arancia Arabella, l’anguria Gury, il mango Manghy, la pera Piera, la mela Pomina, i ravanelli Rap brothers e la pannocchia di mais blu Max Mais.

Il nome della mascotte è stato annunciato nel corso di una presentazione al Castello Sforzesco, alla presenza del commissario unico per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala. Con lui anche il governatore lombardo, Roberto Maroni, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e l’assessore provinciale, Franco De Angelis.

Per individuare il nome per il volto “in stile Arcimboldo” della mascotte (insieme a quelli degli 11 personaggi che lo compongono), la società di gestione dell’evento aveva lanciato un concorso per bambini che ha preso il via lo scorso 15 dicembre, con la presentazione al Teatro Franco Parenti. Quattro i bimbi vincitori, che hanno suggerito appunto Foody: Carolina, Michele, Alice e Nicolò.

La scelta finale ha convinto tutti. «Foody ci piace - ha spiegato ad esempio Maroni - è una sintesi internazionale per i temi di Expo» Sala ha invece sottolineato «la scelta di Disney Italia di far rappresentare a un’intera squadra di personaggi l’Esposizione universale del 2015, una scelta molto fortunata e significativa, anche da un punto di vista educativo, perché sottolinea l’importanza del gruppo»

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