Erba, «Abbandonata
ho ritrovato papà
quarant’anni dopo»

Genitori rintracciati in Sicilia grazie ai carabinieri. «Li ho cercati dal primo giorno in orfanotrofio. Quando mi hanno chiamata ho pianto a lungo»

Maria Antonietta è una persona forte. Nella sua vita ha sempre fatto lavori pesanti e inusuali per una donna: il muratore, la piastrellista, la vasaia, la cameriera, ha prestato la forza delle sua braccia nelle case di riposo. Ora, grazie alla Borsa lavoro, fa le pulizie in un centro fisioterapico. Venti ore a settimana, 200 euro al mese.

«È dura, lo so, ma è meglio di niente. Ho sempre dovuto lottare per sopravvivere, fin da quando all’età di tre anni e mezzo fui abbandonata in un orfanotrofio dai miei genitori».

La chiave di lettura della sua vita è in quel giorno in cui il suo papà dalla Sicilia la accompagnò fino a Seregno, in un istituto di religiose, e le disse che sarebbe andata all’asilo lì. «Dopo tre giorni che non vedevo più nessuno avevo capito che cosa mi aveva fatto la mia famiglia. Ero stata abbandonata. Ho cominciato allora a cercarla, e non ho mai smesso».

Maria Antonietta Zapparoli ha passato l’infanzia e l’adolescenza passando di istituto in istituto. Ne ha cambiati sei. È stata data in affido, «a una famiglia di Milano che mi ha voluto bene come fossi la loro figlia, ma poi non le hanno permesso di adottarmi fino a quando, a 15 anni, sono stata data ad una famiglia di Malnate, nel Varesotto, che mi ha dato il cognome che porto adesso, Zapparoli».

«Dopo quarant’anni ho ritrovato mamma, papà e i miei fratelli e mi sembra di essere rinata». La sua determinazione è stata premiata. Con la perseveranza di un Pollicino, ha battuto tutte le strade a ritroso che la portavano in Sicilia: «Non ho mai smesso, a 18 anni ero scappata dalla casa dei miei genitori adottivi per andare a Palermo. Ho poi provato in tutti i modi con l’ufficio anagrafe, ma non c’è stato niente da fare».

Ha anche pensato di rivolgersi ai programmi tv che si occupano di questi casi: «Contro il parere di tutti ho continuato la mia ricerca. Fino a quando una settimana fa mi sono rivolta ai carabinieri di Erba e tre giorni dopo ho ricevuto la telefonata dalla Sicilia di mio papà Salvatore».

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