Famiglia picchiata per una precedenza
Due condanne per l’incubo di via Paoli

Tre anni di carcere per Rudi Locatelli, già indagato per l’omicidio di Guanzate, cinque anni al complice. Aggredirono una famigliola di stranieri con una figlia di 12 anni

Sembrava soddisfatto Rodolfo Locatelli, 40 anni, conosciuto come “Rudy”, in tribunale a Como per la storiaccia di una aggressione per ragioni viabilistiche in via Paoli, con il coinvolgimento di una minorenne.

Il giudice lo ha condannato a “soli” 3 anni e 4 mesi, che non sono davvero nulla per uno che, di qui a pochi mesi, dovrà affrontare ben altri processi, a partire da quello per l’ omicidio di Ernesto Albanese, trentenne di Cadorago scovato in una buca lo scorso ottobre, morto e sepolto perché faceva un po’ troppo «il fenomeno».

Detenuto a Monza il guanzatese Locatelli si è visto ridimensionare un capo di imputazione che, nelle intenzioni del pm, avrebbe dovuto comportare una condanna a sei anni almeno.

È andata un po’ meno bene all’amico che era con lui, il lomazzese Felice Ferlino, 43 anni, che cinque e un mese dovrà scontarne, ferma restando la possibilità di ricorrere. L’uno e l’altro (Locatelli difeso dall’avvocato Piermario Vimercati, Ferlino assistito da Davide Carughi, Roberto Garganigo parte civile per le vittime) hanno beneficiato di una riqualificazione del capo di imputazione: non più rapina ma violenza privata, un reato decisamente meno grave.

La storia è questa: il giorno di Capodanno del 2012, i due imputati si trovavano sull’auto di Ferlino di in via Paoli, dove ingaggiarono una discussione a distanza, per motivi viabilistici, con un altro automobilista, un padre di famiglia di origine extracomunitaria che era in macchina con la moglie e la figlia all’epoca dodicenne. Locatelli e il socio riuscirono a fermarlo, salvo estrarre un bastone e una pistola softa-air on cui presero a martellate la carrozzeria del malcapitato: poi lo tirarono fuori dall’abitacolo e gli rifilarono una raffica di schiaffoni conditi di una serie di insulti razziali irriferibili. Finì all’ospedale, dove gli diagnosticarono un trama facciale e la frattura di un po’ di ossa del naso per un totale di 25 giorni di prognosi, gli stessi certificati alla moglie per un’ulteriore serie di botte. La storia fece parecchio rumore soprattutto per il ruolo della ragazzina che, coraggiosamente, aveva estratto il suo cellulare personale, nel tentativo di immortalare gli aggressori. Dalle indagini delle volanti - intervenute su segnalazione di un automobilista altrettanto coraggioso, uno che assistendo alla scena aveva fermato l’auto per venire incontro alla famigliola benché a sua volta trasportasse moglie e figli piccoli - era emerso che Locatelli aveva tentato di strapparle lo smartphone di mano usando violenza anche nei suoi confronti,, circostanze che l’imputato ha recisamente negato in aula. Per conoscere le ragioni del collegio occorrerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza. Quanto alla famigliola di stranieri, avrà un risarcimento di 15mila euro a titolo di provvisionale.

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