Ferriera tra conti in rosso e arresti
«Dongo, situazione drammatica»

Il segretario Fim-Cisl: «Resta la speranza che possa subentrare una società austriaca»

A luglio in Tribunale a Spoleto l’ipotesi del fallimento, un incubo per 180 famiglie

L’arresto di Gianfranco Castiglioni è una brutta tegola per la ferriera, ma ormai, a Dongo, piove sul bagnato. I guai giudiziari dell’imprenditore varesino si sommano infatti a una situazione delle stabilimento che, già da tempo deficitaria, si è fatta di colpo drammatica.

Da un anno a questa parte sembrava essersi aperto un squarcio di sereno, con circa 150 dei 180 lavoratori ancora in forza all’azienda rientrati nei reparti di Isotta Fraschini, la società dell’allumino, l’unica sopravvissuta grazie a importanti commesse dei principali marchi automobilistici mondiali.

Ma una decina di giorni fa il tribunale di Spoleto (la sede amministrativa dell’azienda è in Umbria) ha inflitto l’ennesima mazzata alla proprietà, revocando il concordato preventivo che, a partire dal 2012, aveva consentito al gruppo Casti di continuare l’attività in capannoni non più di proprietà; con il fallimento di Dongo srl, infatti, tutti gli immobili del gruppo erano andati persi. I giudici parlano di “nuove perdite subite dalla società” e di “opacità informativa in grado di compromettere la residua e ormai scarsa affidabilità contrattuale di Isotta Fraschini”.

Il tribunale di Spoleto ha pertanto fissato una nuova udienza per mercoledì 2 luglio. «Siamo in una situazione drammatica - interviene Alberto Zappa, segretario provinciale della Fim-Cisl - ma un’ancora di salvezza esiste ancora. C’è il forte interessamento di una società austriaca dalle solide basi a rilevare Isotta Fraschini e, da parte nostra, c’è tutta la buona volontà di impegnarci per favorire una tale soluzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA