Gli impianti sono fermi?
Italiani in Svizzera: le code
«In dogana pochi controlli»

La beffa: tanti italiani varcano il confine. Il sindaco di Villa di Chiavenna: «Si notano il venerdì»

Impianti di risalita chiusi in Italia? Quelli elvetici fanno il pienone e non solo di residenti.

Ci sono i sospetti, le impressioni e poi ci sono le immagini del lunedì di carnevale appena passato in una delle tante località aperte - in questo caso Celerina - a certificare l’afflusso, per così dire importante, di sciatori in Svizzera. Certo magari tutti elvetici, ma il dubbio avanzato da più di una parte che ci sia un “traffico” sostenuto di appassionati delle discese in pista che dall’Italia si muove verso la vicina Confederazione anche a causa dei controlli non proprio stringenti alle frontiere del rientro, prende corpo.

https://www.laprovinciadisondrio.it/videos/video/celerina-le-code-agli-impianti-di-risalita_1050263_44/

Normative differenti

Una questione quella delle differenti normative in vigore tra i due Paesi vicini che fa discutere già da tempo, da dicembre ormai, ma che ora con la proroga del divieto dello sci in pista in Italia prende nuovamente corpo provocando pesanti malumori nelle località turistiche della provincia di Sondrio che si trovano a due passi dal confine e che avevano sperato di riuscire a recuperare il gap iniziale della stagione contando sul bacino di utenza lombardo. Niente da fare. Molti dei potenziali clienti hanno preso la strada svizzera.

Quando domenica è arrivata la doccia fredda dello stop prolungato insieme a chi se ne è tornato a casa annullando le prenotazioni già fatte si sono registrati infatti anche i casi di chi ha semplicemente varcato il confine.

«Qualcuno è andato a sciare in Svizzera, certo con qualche rischio sulla carta anche se in realtà i controlli in dogana sono davvero limitati» ha detto da Livigno Roberto Galli, presidente di Federalberghi ribadendo ciò che aveva già sottolineato quando era stata annunciata l’apertura degli impianti auspicando una maggiore attenzione delle forze dell’ordine.

Un’impressione che anche il sindaco di Villa di Chiavenna, il comune della Bregaglia italiana al confine con la Svizzera, ha ricavato già da tempo osservando il traffico delle auto in transito nel fine settimana verso la Confederazione elvetica.

«A prescindere dal rinnovo della proroga di chiusura degli impianti - dice Massimiliano Tam - già prima, specialmente il venerdì sera dalle 19 alle 21 si vedeva che aumentava il traffico della gente che andava in Svizzera. So anche comunque che nell’ultimo mese sono state adottate misure leggermente più restrittive sul territorio elvetico, sono molto più attenti, ma è innegabile che chi prenota alberghi o è proprietario di piccoli appartamenti o case in Svizzera si muove».

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