Grandate, edicolante senza edicola

Dall’alba al gelo a servire i clienti

Ernesto Blini, 70 anni, gestiva la rivendita della stazione Nord, chiusa da giugno. «Riaprirà presto, ma intanto non posso lasciare i viaggiatori senza quotidiano»

Il bar edicola della stazione di Grandate è chiuso da giugno, ma il gestore Ernesto Blini, 70 anni pensionato, non vuole arrendersi. Dal mattino presto e fino alle sette di sera è lì, sempre presente, sulla panchina accanto ai binari a garantire il quotidiano a chi prende il treno. «Ho gli stessi clienti da trent’anni: dovrei farli salire sul treno senza il loro giornale? A me il freddo e la fatica non spaventano, speriamo torni il sole a scaldare la stazione».

Una stazione che senza il bar è quasi abbandonata, resta come baluardo a presidio il valoroso giornalaio. In attesa che edicola e macchina del caffè possano tornare in funzione, dice Blini, «ho avuto più incontri con le ferrovie, ho già firmato la convenzione per tornare a gestire il servizio. Non ho certezza sui tempi però, vorrei tanto mi dessero un termine, riaprire per Pasqua magari».

Sì, come sempre, perché il padre di Blini vendeva i giornali a Grandate e il nonno faceva lo stesso mestiere, è una attività avviata da tre generazioni, da prima della Seconda guerra mondiale. Nel futuro non c’è alcuna intenzione di fermarsi, anche per questo il pensionato fa ogni giorno la sua levataccia per vendere i quotidiani sopportando il freddo, come lui stesso racconta: «Noi non siamo proprietari, ma abbiamo sempre gestito come famiglia il bar. Non chiuderemo battenti, dopo di me arriverà mia nipote, appena riapriremo, spero con il nuovo anno, verrà ad aiutarmi e a imparare il mestiere».

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