Grave dopo il tuffo in piscina
Tutta Figino con Antonio

A testa in giù sullo scivolo: il muratore non riesce ancora a muovere le gambe. Il fratello Paolo: «È cosciente. Si preoccupa solo per la sua famiglia»

Antonio Tursi non è solo nella sua battaglia. Con lui a dargli forza, a infondergli coraggio, c’è la sua famiglia. C’è un intero paese, Figino Serenza, che prega perché possa tornare presto tra i suoi cari sano come prima.

Di più: ci sono tutti i padri che, almeno una volta nella vita, hanno diviso un gioco con i loro figli. Per quanto fanciullesco esso potesse apparire. Perché quella disgrazia è capitata a lui, ad Antonio. Ma poteva accadere a chiunque.

Il muratore di 50 anni è ancora ricoverato in prognosi riservata al Policlinico San Matteo di Pavia. Si trova lì da domenica scorsa. Da quando cioè, è rimasto vittima di un gravissimo incidente al centro acquatico Santa Maria di Vigevano (Pavia).

Tursi era sceso a testa in giù da uno scivolo, picchiando così il capo contro il fondo della piscina profonda solo un metro e venti centimetri.

Oltre alle lesioni alla teca cranica, lo sfortunato muratore ha subito la frattura di diverse vertebre, con interessamento del midollo.

«Per adesso, è paralizzato dal tronco in giù - dice il fratello Paolo - le braccia per fortuna le muove. Le sue condizioni sono stabili. I medici non si sbilanciano sul suo futuro: valutano di giorno in giorno. Il midollo spinale è ancora infiammato. Solo quando non lo sarà più sarà possibile capire se i danni saranno permanenti oppure no».

Il servizio su La Provincia in edicola domenica 18 agosto

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