Guarirà in 15 giorni il cubano ferito a Ponte Chiasso

Storia complicata e ingarbugliata, quella della rissa al ristorante cinese
Xiangjin non è il solo arrestato: in cella di sicurezza anche Gianmaria Malacrida, 50 anni, consulente del sindaco di Laglio, accusato di resistenza e lesioni dopo avere aggredito uno dei carabinieri

È una mannaia che sembra uscita da un fumetto splatter l’arma utilizzata sabato al ristorante Giada di Ponte Chiasso per mettere sanguinosamente fine a un litigio tra avventori. Trenta centimetri d’acciaio branditi contro un cubano trentacinquenne - tale René Ernesto Cruz Polomares, domicilio milanese - che alla fine dovrà davvero erigere un monumento al suo santo protettore. Ricucito da capo a piedi al pronto soccorso del Sant’Anna, se la caverà in soli quindici giorni, perché nonostante le due ferite alla testa, quella al torace e una quarta, la più profonda, all’altezza del rene, il ferro non ha mai leso organi vitali. Resta l’accusa di tentato omicidio che i carabinieri e la procura contestano a Liao Xiangjin, 24 anni, figlio del proprietario del locale, lasciatosi docilmente ammanettare dopo avere lavato e riposto in cucina la sua mannaia.
Storia complicata e ingarbugliata, quella della rissa al cinese di Ponte Chiasso. Intanto perché Xiangjin non è il solo arrestato. I carabinieri hanno portato in cella di sicurezza anche Gianmaria Malacrida, cinquant’anni, residente a Laglio, consulente del sindaco del paese Roberto Pozzi. Accusato di resistenza e lesioni dopo avere aggredito uno dei carabinieri intervenuti all’esterno del locale, ieri (lunedì) mattina è finito davanti al giudice in tribunale ma il processo, con rito direttissimo, è stato rinviato al prossimo 20 novembre.

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