«I cani uccisi al Parco
dal veleno per lumache»

L’ipotesi della veterinaria che ne ha curato uno. Il suo appello: «Non portateli al Parco della Valletta»

Intanto il caso rimbalza su Facebook: c’è chi ipotizza che il bersaglio del killer siano in realtà le volpi

Ma quanti sono i cani rimasti uccisi dal veleno disseminato, abilmente nascosto in bocconcini di carne, per i sentieri del Parco della Valletta?

Un conteggio impossibile, se si tiene in considerazione il fatto che l’avvelenamento è avvenuto su un’area molto vasta, tra le provincie di Lecco e Monza, e a più riprese, almeno dall’autunno del 2013, come ha raccontato ieri dalle colonne del nostro giornale la padrona di Sem, il Bovaro del Bernese probabilmente prima vittima del killer, a pochi giorni fa.

Non c’è antidoto

Uno degli ultimi cani a ingerire il veleno è stato portato dalla sua padrona, in un estremo tentativo di salvargli la vita, all’ambulatorio veterinario di Veduggio, dove la dottoressa Donatella De Tullio, che lo gestisce insieme alla collega Claudia Montagnini, conferma l’avvenuto decesso.

«Il cane, un esemplare sano e giovane, era stato portato come d’abitudine a passeggio nel Parco della Valletta- spiega la veterinaria -. È morto nello spazio di pochi minuti, il che significa, a mio giudizio, che il veleno ingerito è molto potente. Agisce a livello di sistema neurovegetativo ed è rapidissimo. Per questa ragione penso di tratti di un lumachicida come la metaldeide, che purtroppo non ha antidoto».

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