I vescovi vanno in Procura
ma scelgono la via del silenzio

Monsignor Maggiolini, Cantoni e Bedetti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
Sono indagati per il favoreggiamento di don Stefanoni. Inchiesta verso la chiusura

Si allontana da palazzo di giustizia non prima di aver rassicurato con un «sto bene» chi l’ha incontrato, monsignor Alessandro Maggiolini. È il vescovo emerito di Como a inaugurare l’infilata di «mi avvalgo della facoltà di non rispondere» che ha riempito i verbali di interrogatorio intestati Procura della Repubblica. Si sono esauriti con alcuni convenevoli, qualche stretta di mano e cinque minuti di formalità, chiuse dalla firma di indagati e pubblico ministero, gli inviti a presentarsi notificati a inizio settimana non solo a monsignor Maggiolini, ma anche al vescovo di Crema Oscar Cantoni e all’ex vicario della Curia lariana Enrico Bedetti. Tutti e tre, com’è noto, sono finiti nel registro degli indagati della procura con l’ipotesi di reato di favoreggiamento personale di don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio condannato a otto anni perché riconosciuto colpevole dell’accusa di aver abusato sessualmente di un ragazzino del paese.
I tre monsignori, ieri pomeriggio a partire dalle 15, si sono regolarmente presentati al quinto piano del palazzo di giustizia, off limits per i cronisti in occasione degli interrogatori (comunque terminati tutti con un nulla di fatto), accompagnati dagli avvocati di fiducia, i gemelli Carlo e Vittorio Rusconi.

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