Il cerbiatto ha commosso
il vecchio cacciatore

Davide rinuncia alla carabina per nutrire un cervo. «Freddo e gelo, hanno fame. Difficile sparargli»

Amore e tenerezza verso la preda ma soprattutto rispetto delle regole e osservanza dei comportamenti etici che ogni cacciatore dovrebbe mantenere durante l’esercizio venatorio.

Davide Traversa ,cacciatore di cervi della Valle d’Intelvi, si è commosso davanti quel cerbiatto, ormai adulto che, noncurante del pericolo, si è staccato dal branco e gli si è avvicinato lasciandosi accarezzare amorevolmente e fotografare.

«Era una mandria intera- racconta Traversa- pian piano si stanno abituando alla presenza dell’uomo, avvicinandosi sempre di più ai centri abitati, abbandonando il bosco».

«Si capisce che in questi periodi di freddo e gelo patiscono la fame e scendono a valle in cerca di cibo. Si è lasciato avvicinare ed accarezzare in maniera naturale. Ha mangiato alcuni bocconi di pane e poi, con passo sicuro, si è unito nuovamente al branco. Mantengono sempre una certa diffidenza- prosegue Traversa- per poterli ammirare in tutta la loro maestosità e bellezza , bisogna essere cauti e non spaventarli. Quando si instaura un rapporto così diretto e umano diventa difficile da un punto di vista emotivo indossare poi i panni del cacciatore. Il nostro compito di cacciatori - sottolinea ancora Traversa - è prima di tutto quello di gestire il patrimonio faunistico in maniera equilibrata, prudente e razionale, considerando questo patrimonio, una risorsa natura rinnovabile da salvaguardare . Il cacciatore di ungulati è prima di tutto un cacciatore di selezione e quindi da considerare non un carnefice, ma uno strumento indispensabile per il controllo numerico delle popolazioni selvatiche. È un compito importante - conclude - che ci vede impegnati in prima linea insieme alle autorità preposte a combattere ogni forma di attività venatoria illecita e bracconieri senza scrupoli , malviventi , purtroppo in aumento anche nel nostro comprensorio di caccia».

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