«Il punto vendita cinese
è il nostro colpo di grazia»

I negozianti di Castellanza temono la concorrenza della struttura ex Esselunga. «Il Comune incassa 200mila euro all’anno ma fa chiudere tutti noi»

Scuotono la testa i commercianti castellanzesi: a loro dire un nuovo grande punto vendita all’ex Esselunga non ci voleva.

L’asta per la concessione in locazione dell’immobile è stata vinta dagli imprenditori cinesi di Bella store che nella struttura realizzeranno un ristorante al primo piano e venderanno abiti, accessori e profumi al piano terra. Oltre a provvedere ai lavori di manutenzione dell’edificio, gli inquilini verseranno 200 mila euro l’anno d’affitto a Castellanza Patrimonio.

«Un altro punto vendita - è il parere di Marinella Zaffaroni di Marinella Abbigliamento - non serviva, ma non possiamo farci niente. Siamo circondati dalla grande e media distribuzione mentre il piccolo commercio muore. L’importante è che anche a loro facciano tutti i controlli che fanno a noi».

Secondo Maria Ferdani del negozio di abbigliamento Ferdani sarebbe stato più utile realizzare nello stabile di via Binda un mercato coperto. «In questo modo - dice - chi, con lo spostamento dell’Esselunga, si è trovato senza un supermercato vicino ne avrebbe potuto beneficiare. Adesso aprono i cinesi: ma così si fanno morire i piccoli e allora le tasse allora non le pagherà più nessuno. E poi i cinesi in genere importano prodotti loro quindi fanno muovere il loro mercato, non il nostro. Il Comune incassa 200 mila euro l’anno, ma fa chiudere tutti gli altri negozi. Di certo non ci tutelano, siamo allo sbando».

Pessimista anche Antonio, un altro negoziante che alla fine dell’anno rischia di chiudere. «Finirà male», prevede. I supermercati, a suo dire, hanno già rovinato il commercio in quanto vendono qualsiasi tipo di prodotto, a discapito dei piccoli negozi: «l’arrivo dei cinesi - dichiara - sarà il colpo di grazia».

Sull’affitto di 200 mila euro l’anno, il commerciante afferma: «Anche il Comune ha bisogno di soldi, ma deve riguardare la città: per i negozianti non fa nulla. Non ci aiuta nessuno, siamo tutti destinati a chiudere e allora il Comune non prenderà più niente. La situazione è grave e irrisolvibile».

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