Il segretario arrestato
che firmava in “padano”

Il procedimento aperto a Monza contro l’attuale segretario comunale di Lanzo Intelvi, ma che ha prestato servizio anche a Cantù. «Era Claudio Brambilla a truccare gli appalti» per conto dei privati

Per il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Monza, che ha firmato il fascicolo di circa 400 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, il segretario comunale di Lanzo Claudio Brambilla, accusato di turbativa d’asta e corruzione per atti contrari a propri doveri d’ufficio, sarebbe il «trait d’union tra imprenditori e la struttura pubblica». Sarebbe stata sua la mente in grado di truccare gli appalti pubblici.

Il segretario è agli arresti «in ragione della spregiudicatezza e della scarsa cura per l’interesse pubblico che emerge dai dialoghi ai quali si rende partecipe».

L’inchiesta denominata Clean City, ossia città pulita che ha scosso non solo la città di Monza e l’intera Brianza, ha finito per arrivare anche in Valle d’Intelvi, a Lanzo e Pellio dove Brambilla è tutt’ora in carica come segretario comunale e sul lago a Lenno dove, fino a qualche mese fa ha prestato servizio come segretario a scavalco assumendo la reggenza dell’incarico per pochi mesi.

Il sindaco di Lanzo Enrico Manzoni. «La notizia ci ha sorpreso. Brambilla- dice Manzoni- è un funzionario che stimo per capacità ed esperienza. Spero che alla fine riesca a provare la propria innocenza. Nel frattempo siamo in contatto con il comune di Chiudumo, in provincia di Bergamo, quale ente capofila che ci vede legati con una convenzione per il servizio di segretariato. Non è escluso che già dai prossimi giorni possa arrivare un sostituto provvisorio, in attesa dell’esito delle indagini».

Indagini che sono state condotte dalle Fiamme Gialle, attraverso intercettazioni telefoniche i e ambientali, pedinamenti, servizi di osservazione e registrazione, video incontri, accertamenti bancari, perquisizioni ed interrogatori, che hanno portato anche all’arresto di Giampietro Zanini, residente a Grandate e dirigente della Sangalli Giancarlo e c Srl, la ditta a cui secondo i giudici sarebbero stati pilotati appalti per un valore complessivo di 260 milioni di euro. Per i magistrati, Zanini non sarebbe solo « genericamente a conoscenza degli illeciti perpetrati dall’entourage Sangalli, ma per la sua complicità risulta essere stato pagato dallo stesso». Inoltre sarebbe «autore di favoreggiamento essendo intervenuto attivamente per inquinare le indagini». Giudicata meno grave la posizione Marco Mauri di Albavilla, imputato di turbativa d’asta e per il quale il Gip ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. La ditta della moglie di Mauri avrebbe omesso di partecipare una gara d’appalto per favorire il gruppo Sangalli.

A Cantù se lo ricordano come “un brillantone”, Claudio Brambilla, il segretario comunale di Lanzo e Pellio Intelvi che da mercoledì si trova agli arresti domiciliari su ordine della Procura di Monza. Uno, raccontano, che non faceva troppo mistero delle proprie simpatie leghiste, tanto da firmare gli atti, nel proprio ruolo di city manager, con l’inchiostro verde. Irrituale, quantomeno. Così come lo era l’abitudine ad esprimersi tranquillamente anche in dialetto nei corridoi del municipio, riservandosi un bell’italiano per le sedi ufficiali.

A Cantù, Brambilla era arrivato nel 1999, dopo la scomparsa del segretario generale Ferdinando Agresta. Proveniva da Monza, e approdò in città con il ruolo di dirigente. Ricoprì il ruolo di segretario e city manager - funzione che oggi la legge non consente più di affidare – per alcuni mesi, finché non si scelse il nuovo, Vito Bisenti, e lui restò come vicesegretario. Il che lo portò anche a guidare qualche seduta del consiglio, non senza scintille con gli esponenti di Forza Italia, che sapevano della sua frequentazione della sede del Carroccio. «Era una figura atipica – lo ricorda l’ex sindaco Edgardo Arosio – molto estroverso, socievole, spassoso. Ma serio nello svolgimento del proprio lavoro».

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