Il sindaco di Cantù
«Regalateci il mosaico»

Appello di Bizzozero al proprietario: «Se al privato non interessa l’opera di Lucio Fontana troveremo noi una sede adeguata». Risposta a sorpresa alla provocazione di Daverio. «Su Expo ha ragione. Noi punteremo sull’artigianato»

Lasciare il mosaico di Lucio Fontana, uno dei più grandi artisti del Novecento, in quelle condizioni, è come dare perle ai porci. E’ di un privato: piuttosto che vederlo in quello stato, se la proprietà non se ne fa nulla e non ha nessuno a cui venderlo, siamo pronti a prenderlo noi come Comune. Se vorranno regalarcelo, sapremo valorizzarlo in un’adeguata sede».

E’ il sindaco Claudio Bizzozero a lanciare la proposta sul caso del mosaico coperto dai negozi della galleria all’interno del palazzo della Nuova Permanente, in piazza Garibaldi. Ieri il noto critico d’arte Philippe Daverio, su “La Provincia”, proponeva la vendita dell’opera di Fontana per far sì che, ripristinando il colpo d’occhio di un’area di 150 metri quadri, almeno fosse restituita la verità artistica del suo autore. Oggi, è il Comune ad offrirsi per ricevere il mosaico in regalo.

Per il sindaco, la constatazione possibile è una sola. «Lasciare un Fontana in quelle condizioni è una follia - dice - molto meglio che venga dato a chi ne comprenda l’importanza. Se non riuscissero a venderlo a un privato e volessero regalarlo al Comune, noi saremmo contenti di riceverlo».

Con Philippe Daverio il sindaco è d’accordo anche su un altro aspetto: a Cantù, turisti d’arte, per l’Expo di Milano, non ne arriveranno.

«L’attività promozionale della Regione è scarsissima - concorda Bizzozero - E, d’altro canto, noi dobbiamo dire con molta chiarezza che Cantù non ha e non può avere una vocazione turistica. Tolta la basilica di Galliano e poco altro, non abbiamo nulla. Non siamo né Milano né Como né una città d’arte. Dire il contrario è da folli».

Questo non significa che per l’Expo non arriverà nessuno. «La nostra città - ricorda il sindaco - ha una vocazione produttiva. C’è il percorso produttivo, per l’Expo, che coinvolge Cantù e altri Comuni. Intanto le nostre aziende stanno facendo il meglio e quello che è possibile fare. Lontane per mentalità da qualsiasi forma di assistenzialismo, si sono già attrezzate sia per l’Expo che per il Salone, sua anteprima imminente».

Cantù - anche se l’arrivo nella Pallacanestro Cantù in queste ore di Metta World Peace ha fatto girare il nome della Città del Mobile in tutto il mondo, a partire dai lanci d’agenzia in formato maxi sui grattacieli di Times Square, New York - è un nome meno internazionale di altri.

«Como, grazie a Hollywood, ma anche Bellagio, per l’omonimo resort di Las Vegas, sono conosciuti in tutto il mondo - conclude il sindaco Bizzozero - Noi comunque le nostre possibilità le stiamo sfruttando al meglio. Per l’Expo, resta una colpa gravissima da parte dalla Regione. E della Provincia, a cui compete il turismo. E che invece non ha fatto nulla».

I servizi su “La Provincia” di lunedì 30 marzo 2015

© RIPRODUZIONE RISERVATA