Il vescovo: «La dignità diritto di tutti
Anche per quelli che la città scarta»

Intervista a monsignor Cantoni che nel giorno della festa di Sant’Abbondio, parla ai comaschi. Dalla Diciotti allo scandalo pedofilia

Oggi festeggia il suo compleanno mentre ieri il vescovo Oscar Cantoni ha celebrato la festa della città. Sant’Abbondio.

Nel suo discorso alla città ha fatto una sollecitazione a chi ha in mano le sorti dei comaschi dicendo che si può migliorare.

Sì, è un invito sincero a leggere la realtà, ma a guardare tutti con occhi d’amore e compassionevoli perché si cerchi il bene non di qualcuno, ma di tutti tenendo presente che sono compresi anche i più poveri e quelli che la città scarta. Fanno parte dei cittadini come riconosciuto, non solo da un cristiano, ma addirittura dalla Carta Costituzionale, all’articolo 2 che ho citato giovedì in basilica.

Si riferisce alla dignità della persona...

Esatto. Impegnarsi per la dignità della persona, qualunque essa sia non è un compito dei cristiani, ma di tutti. Da qui tiriamo le conseguenze.

Lei ha anche parlato di Como come di una città solidale, al di là dell’appello che ha fatto agli amministratori.

E non si riferiva solo ai cristiani....

Sì, ho tenuto a precisarlo. Non sono solo i cristiani a fare il bene. Sono tanti uomini di buona volontà che sono appassionati della giustizia, che si impegnano per la pace, che desiderano una vita buona e, questo, è essere uomini e quindi figli di Dio. Che lo accettino o no. I cristiani sono impegnati nel dono di loro stessi, come hanno dimostrato tante persone e tante comunità in questo periodo. Sia le parrocchie che gli istituti di vita religiosa non si sono tirati indietro davanti ai momenti di estrema difficoltà. Questo è molto bello e va detto perché, purtroppo, si dicono solo le mezze verità, mentre la verità va detta tutta intera a partire dalle cose buone. Molto spesso ci si sofferma infatti solo su ciò che non c’è, si guarda il bicchiere mezzo vuoto.

Con quest’ottica la diocesi ha dato la disponibilità ad accogliere alcuni migranti della nave Diciotti.

Quelli della Caritas si sono fatti avanti dicendo “noi ci siamo”, ma d’altra parte, in Italia, cento persone cosa sono? Le chiese hanno detto subito “ci siamo”. Bene la disponibilità, ma questa possibilità attualmente non esiste perché sono già stati distribuiti, però è bello il segno dato da chi vuole aiutare.

A chi dice “non siamo in grado di accogliere tutti” o “ce ne sono già troppi” lei, da vescovo, cosa dice?

Capisco le problematiche che ci sono a livello italiano e a livello europeo. Il tema di una equa distribuzione è importante, bisogna affrontarlo ed è un brutto gioco che le Nazioni deleghino all’Italia o alla Grecia soltanto. Non è giusto. Impegnarsi a dire che gli impegni comuni vanno assolti insieme mi pare sia corretto. D’altra parte, però, nessuno di noi può dire che in Italia non c’è spazio per ricevere queste persone . Bisogna distribuirle e aiutarle anche a integrarsi.

Leggi l’intervista completa su La Provincia di sabato 1 settembre 2018

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