«Imprenditore a km zero, quanta fatica»

L’amaro sfogo del titolare dell’agriturismo Shakei di Grandate che alleva i maiali di razza Cinta. «Dal vivaio all’allevamento degli animali. E da allora sono tartassato da controlli di ogni tipo»

«Sono quasi cinque anni che mi fanno la guerra per la mia Cinta senese, io sono stanco, non ce la faccio più». Lo sfogo è di Giorgio Marcolin, titolare dell’agriturismo Shakei di Grandate. «Da quando ho aperto questa mia attività, ho ricevuto una raffica di controlli da tutti, dalla Provincia, dall’ufficio tecnico del comune, dall’Asl per verificare le condizioni di idoneità del mio lavoro, e anche se tutto è sempre risultato perfettamente a norma, adesso mi ritrovo a fare i conti con un danno di immagine non indifferente».

Un passo indietro. Il signor Marcolin, originario del Veneto ma residente a Grandate da quando era un bambino, si è sempre occupato di piante e fiori: infatti, partì sedici anni fa con un semplice vivaio.

Da quando via Monterosa, dove ha sede la sua attività, è stata chiusa poco meno di cinque anni fa per i lavori di Pedemontana, gli affari hanno cominciato ad andare sempre peggio. Ed è proprio in quel momento che prende la decisione: «L’idea di allevare i suini di razza Cinta senese - animali tutti neri con una banda bianca a livello della vita, da cui il nome “cinta”, ndr - mi è venuta seguendo la nota trasmissione televisiva “La prova del cuoco”, nella quale si decantavano le qualità delle carni ricavate da questo tipo di maiali. Così ho cominciato a tenere qualche capo e, contemporaneamente, a trasformare la mia semplice attività florovivaistica in un vero e proprio agriturismo con anche altri tipi di animali e con varie coltivazioni agricole».

LEGGETE l’ampio servizio

su LA PROVINCIA di MERCOLEDÌ 29 aprile 2015

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