Impronte ai bimbi rom, schediamoci tutti:
250 piccole mani contro il razzismo

Acli e Caritas: <Un successo tra i bambini comaschi>
<L'impegno va avanti, l'attenzione non deve calare>

Duecentocinquanta manine nere stamparte su altrettante schede, con l’indicazione di nome età e “status” del piccolo proprietario della grande impronta, e l’indispensabile e significativo assenso dei genitori. E’ il risultato della campagna “Schediamoci tutti”, promossa da Acli Caritas e Azione cattolica di Como, in risposta alle discusse misure di identificazione che il Governo intende introdurre nei confronti dei bimbi rom. La provocatoria iniziativa anti-razzista era partita a seguito della tavola rotonda dello scorso 20 giugno, organizzata per creare un momento di confronto e di approfondimento sulle culture e sulla storia degli zingari, ma anche per sentire voci diverse da quanto quotidianamente si ascolta in tivù e si legge sulla stampa riguardo a queste delicate tematiche. Il passo successivo è stato l’incontro con il prefetto Sante Frantellizzi, al quale i promotori hanno illustrato le ragioni della campagna - ripresa da testate nazionali, a partire da Famiglia Cristiana, e oggetto di imitazione - che ha visto una vasta area sociale culturale e politica mobilitata per contrastare una proposta definita pericolosa dagli organizzatori dell’iniziativa e xenofoba dalla Comunità europea. «La provocazione - spiegano i presidenti di Acli e Caritas Luisa Seveso e Roberto Bernasconi - ha favorito riflessioni sull’argomento e ora, chiusa questa esperienza, il suo significato viene consegnato ai rappresentanti in parlamento e alle istituzioni locali». Ciò non significa che l’impegno si ferma qui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA