Imu seconda casa al massimo
«Colpa dei debiti per l’acqua»

Montorfano, l’aliquota è stata alzata dall’8 al 10,5 per mille

«La vecchia amministrazione ci ha lasciato 260mila euro da pagare»

L’Imu sulle seconde case va alle stelle e si scopre in consiglio comunale che le difficoltà di far quadrare il bilancio dipendono anche da un debito di 260mila euro con Colline comasche, che gestisce l’acquedotto comunale, debito ereditato dalla precedente amministrazione dell’ex sindaco, Marco Molteni.

Il consiglio ha maggiorana ha deciso l’innalzamento dell’Imu per le seconde case dall’8 per mille al 10, 5 per mille: un rialzo secco del 2,5 per mille che ha trovato la contrarietà delle minoranze. L’assessore al bilancio e vicesindaco, Claudio Zanatta ha spiegato la situazione: «Siamo costretti a questo aumento per diversi motivi. In primo luogo il taglio dei trasferimenti dallo Stato al Comune: solo nel 2013 ci hanno tagliato 157mila euro e complessivamente dal 2011 a oggi i trasferimenti sono scesi di circa 450mila euro. Inoltre dobbiamo sanare il debito ereditato con Colline Comasche. Contiamo però di tagliare l’Imu nel caso non ci sia elusione e già da ora ci impegniamo, appena la normativa sarà chiarita, a sgravi per le case date in comodato d’uso a figli o parenti».

«L’Imu per me è un’imposta ingiusta e spesso le seconde case non sono quelle dei turisti,ma quelle delle famiglie date ai figli - ha spiegato il capogruppo di minoranza Giuliano Capuano – Pur essendo ex assessore, devo dire che non sapevamo nemmeno noi di questa cifra così ingente e pensavamo che ci fossero delle somme vincolate a bilancio».

«Non si vogliono fare polemiche, ma il debito c’è, tanto che il commissario prefettizio, prima di noi, ha chiesto un prestito per pagarne una parte - ha spiegato il sindaco, Gianni Frigerio - Da anni non pagavamo un servizio».

L’ex sindaco Molteni nega però questa ricostruzione: «Prima di pagare ho chiesto a Colline comasche chiarimenti sulle spese ordinarie che spettano a loro, e su quelle straordinarie, che spetterebbero a Montorfano – spiega – Inoltre per anni non hanno controllato tutti i contatori, facendo pagare il totale dell’acqua immessa, non calcolando le perdite. Ho chiesto incontri e chiarimenti sulle cause del debito e dei costi imputati a Montofano, prima di pagare: non mi hanno mai risposto. Comunque le cifre sono state accantonate a bilancio». Resta il fatto, al di là delle ricostruzioni divergenti, che sui montorfanesi ricade il peso del pagamento del debito.

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