In negozio 104 cuccioli
Processo per maltrattamenti

Merone, prima udienza del procedimento contro il titolare dell’esercizio “Zoofé”. Animali importati dall’Ungheria. Secondo l’Asl non erano stati ancora vaccinati

«Ricordo 104 cuccioli chiusi a gruppi dentro gabbie di metallo, appartenenti tutti a razze di piccola taglia. Pincher, Yorkshire... Verso sera si rannicchiavano gli uni agli altri, cercavano il calore della lampade. Erano in condizioni igieniche discrete, ma molti di loro morirono».

Con la testimonianza di Cristina Avanzo, dirigente del nucleo di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato, si è aperto a Como il processo contro Faker Tahari, il titolare del negozio “Zoofè” di Merone nel quale, nel maggio del 2010, furono trovati un centinaio di cagnolini importati dall’Ungheria. Tahari è accusato di maltrattamento di animali, ricettazione - in relazione al possesso di 104 passaporti canini la cui provenienza non fu mai accertata e che comunque non appartenevano agli animali custoditi nel suo negozio - e del reato di frode in commercio, per avere - secondo la Procura - ceduto almeno due di quei cuccioli ad altrettanti acquirenti inducendoli a credere che fossero in ottime condizioni di salute, “microchippati” e , soprattutto, sottoposti ai cicli vaccinali che la legge rende obbligatori.

Tahari, che si è sempre professato innocente, ha ascoltato le deposizioni del funzionario della Forestale ma anche quelle dei veterinari dell’Asl e del professor Marzio Panichi, già docente a Torino di medicina legale veterinaria. La deposizione di Panichi è servita a dirimere - o quantomeno a provarci - la controversia su cui è ruotata l’udienza di ieri, quella della età reale dei cuccioli che, in quanto provenienti dall’estero, non avrebbero potuto essere trasportati in Italia prima di avere raggiunto l’età di tre mesi e 21 giorni, cioè all’esaurimento dei cicli vaccinali.

«Erano più piccoli - ha confermato il professore - alcuni di 60, altri di 55 giorni». Rispondendo alle domande del pm Vanessa Ragazzi, il perito ha spiegato di averne valutato l’età reale in base allo stato della dentizione (nella maggior parte dei casi decidua, cioè - se si fosse trattato di esseri umani - da latte), e in base alla presenza di piccole ernie e “fontanelle” nel cranio,un po’ come per i neonati. Per quanto riguarda i presunti maltrattamenti, Panichi ha detto che, ancorché chiusi in gabbia a piccoli gruppi, gli animali erano custoditi «con acqua» e «con un grado sufficiente di governo per quanto riguarda le loro condizioni igieniche».

Il problema principale è quello che, a quanto pare, i passaporti non corrispondevano all’età dichiarata, né corrispondevano, come ha confermato il veterinario Asl Riccardo Bregnolato, gli esiti dei prelievi ematologici: fossero stati davvero tutti vaccinati, il numero di anticorpi avrebbe dovuto essere di gran lunga maggiore. Si torna in aula a fine gennaio.n

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