La burocrazia affonda la piscina

Impianto chiuso da 134 giorni, ma non si sa ancora quando potrà riaprire per 1.200 atleti comaschi - L’assessore Galli: «Stiamo redigendo la convenzione, che dovrà poi essere vagliata da altri uffici comunali»

Como

Da una parte la Federnuoto, che si dice pronta a far scendere in vasca i 1.200 abituali frequentatori dell’impianto di Muggiò. Dall’altra l’assessore allo sport Marco Galli, che spinge nella stessa direzione e, da appassionato sportivo quale è, non vede l’ora di annunciare la soluzione di un problema che sta assumendo contorni kafkiani, e di porre termine al disagio di tanti giovani, costretti ad allenarsi al freddo nella piscina all’aperto di viale Geno. O a sorbirsi lunghe trasferte (a Lugano o a Busto Arsizio), per trovare identiche misure in vasca.

In mezzo ci sono 134 giorni di vuoto. Dal 30 giugno l’impianto è sbarrato. E passi per i due mesi estivi, luglio e agosto, quando l’attività è ridotta al minimo. Ma da settembre la stagione è entrata nel vivo e i 50 metri ininterrotti d’acqua dell'olimpionica di Muggiò sono un unicum in tutta la provincia.

«Purtroppo non sono in grado di dare tempi certi per la riapertura» mette le mani avanti l’assessore Galli. La soluzione per tagliare i tempi era stata indicata dalla Federnuoto: aprire solo agli atleti per gli allenamenti, escludendo quindi le tribune. La Fin è pronta: giusto il tempo di riportare in temperatura l’acqua, una settimana. Un’idea che piace molto a Galli, ma che non sembra di immediata fattibilità: «Prima è necessario stipulare una convenzione, che sostituisca la precedente, scaduta appunto il 30 giugno».

Così si è arrivati in ritardo alla ripartenza autunnale, senza un nuovo accordo. Il motivo? I lavori da eseguire per rimettere a norma tutto l’impianto. Tanto più che a febbraio scadrà anche il certificato di agibilità.

«L’affidamento può essere diretto, senza una gara - precisa Galli - perché la Federnuoto è una emanazione di un ente pubblico quale è il Coni». Ma non basta questo per velocizzare la pratica.

L’accordo ci sarebbe, in linea di massima: l’agibilità prorogata a giugno, la manutenzione straordinaria a carico del Comune e quella ordinaria sulle spalle della Fin. «Il fatto è - spiega ancora Galli - che tanti mancati interventi di manutenzione del passato si sono trasformati in lavori straordinari, per cui è necessario intervenire con urgenza».

«Senza contare - aggiunge - che la convenzione, allo studio da parte dell’Ufficio sport, deve passare poi il vaglio dell’Ufficio gare e dell’Ufficio legale del Comune, prima che possa entrare in vigore. E poi deve dare il via libera pure la Commissione di vigilanza».

Una storia di ordinaria burocrazia, insomma. Intanto i ragazzi proseguono gli allenamenti al freddo. Chissà ancora per quanto tempo.

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