La piscina di viale Geno a Como Nuoto
Ma il Comune non lo dice alla città

La L’aggiudicazione ufficiale risale a lunedì scorso con la decadenza dei concorrenti

La piscina e l’impianto di viale Geno sono stati ufficialmente aggiudicati alla Como Nuoto lunedì scorso. Ma il Comune, nella persona dell’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano, ha deciso di tenere la notizia nascosta alla città.

Dunque, com’era prevedibile, la determina con la quale Rossana Tosetti, dirigente del settore patrimonio a Palazzo Cernezzi (forse l’unica figura dell’amministrazione che si sia assunta l’onere di venirne a una sulla spinosa questione), ha dichiarato decaduta Pallanuoto Como e Crocera Stadium di Genova dall’aggiudicazione della storica sede in riva al lago (causa dichiarazioni rese in sede di gara non corrispondenti con quanto accertato poi dagli uffici comunali), ha contestualmente affidato il bene all’altra concorrente, ovvero l’inquilino storico della struttura, la Como Nuoto. E lo ha fatto nel medesimo provvedimento, peccato che dal Comune nessuno si sia degnato - nonostante le ripetute richieste inoltrate all’ufficio stampa - di aggiornare i comaschi sulla novità.

Il provvedimento

Quando, lunedì scorso, il presidente della Como Nuoto Mario Bulgheroni si è presentato a Palazzo Cernezzi per consegnare - come da impegno preso via posta elettronica certificata - le chiavi della sede e non è riuscito a portare a termine la consegna stessa, c’era un motivo: l’aggiudicazione alla società da lui presieduta era già avvenuta. Ma nel silenzio dei corridoi del palazzo (e, fino al 22 luglio, giorno in cui sarebbe avvenuta la notifica ai diretti interessati, pure a insaputa della stessa Como Nuoto).

A questo punto manca soltanto la firma della concessione formale tra il Comune e l’associazione sportiva presieduta da Bulgheroni. Firma che, è lecito immaginare, dovrebbe arrivare la prossima settimana.

Nel frattempo - a dispetto della mancata consegna, da parte dell’assessore Pettignano, degli atti pubblici sul provvedimento di decadenza deciso dal Comune - La Provincia è comunque in grado di ricostruire le motivazioni dell’esclusione della Pallanuoto Como.

Il motivo formale è l’asserita violazione della norma di legge relativa alle autocertificazioni in sede amministrativa. Quando dai controlli fatti emerge «la non veridicità del contenuto della dichiarazione», l’autore di quel documento «decade dai benefici conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera».

La dichiarazione non veritiera

Al netto della diatriba - ormai nota - sugli «atleti che svolgono attività agonistica» (di cui abbiamo abbondantemente dato conto nelle cronache degli ultimi giorni), emerge infatti un’autocertificazione, trasmessa dal presidente della Pallanuoto Como Giovanni Dato al Comune, in cui lo stesso consegna un elenco di atleti assicurando che si tratta di «tesserati agonisti». In realtà, in quell’elenco, vi sono almeno una ventina di nomi - secondo la ricostruzione del Comune - di atleti propaganda, che quindi non possono essere «tesserati agonisti».

Anche, ma non solo alla luce di questa autocertificazione ufficiale, considerata quindi falsa dagli uffici di Palazzo Cernezzi, la dirigente ha siglato dal decadenza della società.

La questione tornerà quasi certamente al Tar, ma fino ad allora la Como Nuoto torna a essere l’inquilina di viale Geno.

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