La strage di Margno: la verità
nel computer e nei messaggi

Nella notte inviati tre Whatsapp e una mail Il dubbio: è stato un raptus o un gesto premeditato?

Tre messaggi inviati con Whatsapp. E una lunga mail colma di rabbia, di risentimento, e di morte. Mario Bressi nelle primissime ore di sabato, con la mente invasa da chissà quali oscuri fantasmi, ha contattato la moglie Daniela Fumagalli per ben quattro volte.

Le prime tre, si diceva, con Whatsapp. Messaggi spediti attorno alle 2 di notte in cui accusava la compagna di aver rovinato la loro famiglia. Nessun accenno, però, alla volontà di uccidere i figli Diego ed Elena, 12 anni appena, che dormivano sotto il suo stesso tetto, in quella palazzina che si affaccia sul piazzale della funivia di Margno.

È stata l’ultima comunicazione, recapitata con la posta elettronica alle 3 di notte, a far capire che la situazione era ormai precipitata, e nel peggior modo possibile. Perché quella lettera molto articolata e colma di astio indirizzata alla donna che aveva sposato, e dalla quale si stava per separare, includeva anche quelle terribili parole: «I tuoi figli non li rivedrai più».

Se quando ha inviato la mail avesse già ucciso i suoi figli oppure no, saranno le indagini a stabilirlo. E sempre l’inchiesta dovrà far luce su un altro mistero: Mario Bressi ha agito in preda a un raptus improvviso, oppure aveva già pianificato l’omicidio dei suoi stessi figli?

Il computer dell’uomo è stato sequestrato dall’abitazione di Gessate dai carabinieri su disposizione della Procura di Lecco. L’analisi del pc, che potrebbe essere affidata a un consulente, è ritenuta uno degli elementi fondamentali proprio per consentire agli investigatori di accertare se il gesto del padre sia stato premeditato con cura, oppure se sia stato il frutto di una momentanea, per quanto mostruosa, perdita della ragione.

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