La Svizzera paga il doppio
Infermieri di nuovo in fuga

Il Franco si rafforza rispetto all’Euro, stipendi migliori in Canton Ticino
Oltre venti gli specialisti che in tre mesi hanno lasciato il Sant’Anna

In tre mesi, da giugno a settembre, l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna ha assistito alle dimissioni di diciannove infermieri e di quattro ostetriche. Non sono i grandi numeri degli anni scorsi, quando la sanità comasca perdeva fino al 10-15 per cento di infermieri nel volgere di poco tempo, reclutati nelle cliniche d’oltreconfine che offrono un salario doppio, 3.000 euro contro i 1.500 al mese che comprendono turni e reperibilità. E il controvalore sul cambio è in rivalutazione per l’indebolimento dell’euro sul franco svizzero. Diciannove infermieri su 1.050 in forza nella più grande e più complessa azienda ospedaliera provinciale non sono comunque irrilevanti e più ancora significativo è il numero delle ostetriche, quattro su 27 che erano a fine giugno. Sono dati anche un po’ a sorpresa, perchè sembrava che la richiesta da parte del Canton Ticino fosse cessata o molto rallentata. Bilanci, peraltro non recenti, indicano in 1300 i frontalieri della sanità, residenti nelle province di Como e di Varese che lavorano negli ospedali ticinesi, fin oltre Bellinzona, sia nel comparto pubblico che in quello privato e farebbero pure bella figura, perchè dalle nostre parti la preparazione è rigorosa e di qualità. E per trattenere esperienze e competenze sul nostro territorio, la Regione Lombardia aveva disposto incentivi particolari che però non raggiungono certo le cifre offerte dalla Svizzera, particolarmente interessanti in questo periodo di bassi salari ed alto costo della vita. Poi, le assunzioni si sono riaperte ed è stato chiamato chi aveva già inoltrato domanda e i nuovi candidati al pendolarismo. Ora, la richiesta è di nuovo rallentata e si infittiscono gli interrogativi sulle conseguenze per gli italiani quando la Svizzera allargherà ai Paesi dell’Est la libera circolazione dei lavoratori, un’apertura ormai imminente.

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