La tragedia in grotta
«Ma l’esplorazione
deve continuare»

Gli speleologi erbesi: «Non è uno sport estremo». C’è ancora molto da scoprire nel sottosuolo. Nel Triangolo lariano la caverna più lunga d’Italia

Gianluca Girotto, lo speleologo di 46 anni morto domenica nella grotta Tacchi, veniva da Aosta. Ma il Triangolo Lariano è un punto di riferimento per tutti gli speleologi dell’Italia centro-settentrionale. Sono migliaia, ogni anno, gli appassionati che raggiungono i monti dell’Erbese per fare un giro nella valle del Nosè, che ospita la grotta più lunga d’Italia, o sotto la cima del monte San Primo, dove c’è il Terzo Mondo.

«Le esplorazioni nel Triangolo Lariano non si fermano mai - dice Roberto Sala dello Speleo Club Cai Erba - Qui c’è lavoro per almeno tre generazioni di speleologi». Quello di domenica è stato un tragico incidente, in una delle grotte più celebri dell’area: «La Tacchi è visitata ogni anno da centinaia di partecipanti a corsi di speleologia. Senza contare poi tutti i visitatori occasionali. Quello che va rimarcato è che la speleologia non è uno sport estremo: presenta dei rischi come l’alpinismo».

Le attività di esplorazione nel Triangolo Lariano non si fermano mai. «Attualmente come gruppo erbese, che conta trenta appassionati, siamo attivi sul San Primo, sul Pian del Tivano e alla Salute». Proprio alla Salute, nelle ultime settimane, sono stati scoperti fori nella neve: «Nel nostro campo significa che c’è qualcosa da scoprire. Proprio un foro di questo tipo, nel 2011, ci ha condotti nel Terzo Mondo sotto la cima del San Primo».

Le esplorazioni, nel Triangolo Lariano, sono affiancate da studi scientifici e corsi per neofiti. «Bisogna anche approfondire quello che si è scoperto - ricorda Sala - per effettuare rilevamenti e studiare i flussi d’acqua. Da volontari, che praticano la speleologia per hobby, siamo impegnati anche nella divulgazione: in primavera partiranno nuovi corsi di avviamento».

Dal Canturino all’Erbese, inoltre, «ci sono molte richieste da parte delle scuole. Andiamo volentieri in classe e portiamo i ragazzi in gita, è lo spirito divulgativo che ha sempre contraddistinto il fondatore del gruppo erbese, Marco Bomman».

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