L’acqua è da bollire
a San Fermo e Parè

Coinvolte seimila persone. Trovati enterococchi nei campioni prelevati nei giorni scorsi. Forse piccoli animali morti nel bacino del Monte Sasso

Bollire l’acqua per almeno un quarto d’ora prima di usarla per scopi alimentari. L’ordinanza emessa ieri segnala che l’acqua dell’acquedotto comunale non è potabile. Le analisi chimiche che vengono svolte con assiduità, solerzia e rigore dal Consorzio per l’approvvigionamento idrico di San Fermo, Cavallasca e Parè, hanno segnalato presenza di batteri enterococchi. Nell’ordinanza si legge che la presenza dei batteri è stata evidenziata in diversi punti di prelievo: farmacia comunale di via Roma, municipio (piazza XXVII Maggio) e stalla Pellegrini di via Imbonati.

L’acqua distribuita risulta così non potabile rispetto ai valori stabiliti per legge (neanche un batterio) e l’ordinanza è un obbligo di salvaguardia della salute pubblica. Bollire tra i 15 e 20 minuti l’acqua prima di usarla a scopo alimentare, fino a quando i valori sballati non rientreranno nei parametri.

Se è vero che gli enterococchi sono stati intercettati è anche vero che il provvedimento immediato è stato quello di clorare maggiormente l’acqua in modo da far fronte al pericolo segnalato dall’analisi batteriologica.

Il consorzio ha fatto analisi anche a Parè riscontrando gli stessi parametri di batteri. Tutto sotto controllo, ma per cautela è meglio far bollire l’acqua fino a nuova comunicazione.

«È un provvedimento cautelativo – conferma il sindaco Maurizio Falsone che nella serata di ieri ha avuto un incontro con Daniele Battaglia, direttore del Consorzio idrico che unisce tre paesi – abbiamo già richiesto nuove analisi per vedere come va dopo aver clorato di più l’acqua. La fonte da dove deriva il problema non è facilmente individuabile, talvolta, come è accaduto in passato, sono stati trovati piccoli animali morti nel bacino del Monte Sasso. Può capitare, l’importante è accorgersene subito».

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