L’amianto di Pedemontana
«Milano sapeva già dal 1982»

La Provincia meneghina era a conoscenza della discarica

Aveva persino deciso di coprire tutto con alcuni alberi

Dal 1982 la Provincia di Milano sapeva che sotto a campi e terreni della Bassa comasca c’era una discarica d’amianto.

Le amministrazioni comunali di Bregnano, Lazzate e Rovellasca si sono riunite lunedì per fare il punto sulla rimozione delle cataste dei pericolosi rifiuti rivenuti durante gli scavi di Pedemontana.

Finiranno in Germania, ma si aspetta la partenza dello sgradito convoglio.

Secondo la ricostruzione dei tre Comuni, l’allora Provincia di Milano già 33 anni fa era a conoscenza di questi rifiuti interrati in un’area grande come un campo da calcio; tant’è che aveva deciso di coprire tutto con degli alberi. C’erano anche materiali civili, a tonnellate, inerti, scarti di demolizioni. Solo quando Pedemontana ha iniziato a costruire la nuova infrastruttura questa polvere finita sotto al tappeto è tornata alla luce.

Lo smaltimento, prima di tutto dell’amianto da incapsulare, è costato a Strabag, la ditta che ha in appalto il cantiere, circa un milione di euro. Un lavoro che sarebbe per legge toccato ai proprietari terrieri, non è detto infatti che la ditta possa in futuro, terminata la strada, rivalersi sugli intestatari dei campi.

Bonificati i terreni, ora la società è pronta al trasporto, il convoglio doveva partire già all’inizio di marzo; i ritardi, sempre secondo la ricostruzione dei Comuni, sono dovuti alla lentezza dei permessi regionali.

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