Mariano, finto stupro
Carabinieri a processo

La parte lesa sarebbe stata vittima di una vendetta

Il movente della presunta trappola sarebbe stata la gelosia

«Io con quella donna non avevo alcuna relazione. Era una storia non esclusiva, insomma eravamo amici di letto». Lunga testimonianza ieri mattina nell’aula penale del tribunale di Lecco per un uomo di 46 anni, meccanico ora con casa a Giussano (Monza) ma all’epoca dei fatti residente a Mariano Comense, che venne arrestato la sera del 3 dicembre 2009 con la pesante accusa di tentato stupro.

Una brutta storia di presunte vendette, che ha portato a processo due carabinieri a quel tempo in servizio alla stazione di Casatenovo e una giovane donna, l’ex ragazza di uno di loro, a giudizio con l’accusa di calunnia e concorso nel falso rapporto di denuncia penale per stupro, resistenza e lesioni a pubblico

ufficiale.

Sul banco degli imputati una donna e due carabinieri. I due militari, ancora sospesi dal servizio, e la giovane donna sono accusati di aver messo nei guai il giussanese finito in effetti in cella per un tentato stupro che in realtà la donna si sarebbe inventata per inguaiare l’ex amante, di cui uno dei carabinieri sotto accusa sarebbe stato geloso.

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