Marina di Guardo,scrittrice per bene
«Ma nei miei thriller regna il male»

Lodata per la sua bellezza e la sua eleganza, scrive libri gialli pieni di violenza e colpi di scena. Il suo sesto giallo, La memoria dei corpi, già in vetta alle classifiche.

«Come mai lei che è così perfetta, risolta, con una così gran bella famiglia, scrive sempre di delitti, storie torbide, rapporti famigliari malati?».

Gliel’hanno chiesto in mille modi, alla presentazione del suo sesto libro, “La memoria dei corpi” (Mondadori) e Marina Di Guardo ha risposto che la famiglia, nella vita, è tutto. «Se hai avuto un problema in famiglia, da piccola, puoi spostarlo un po’ più avanti, ma ti si ripresenta sempre, in altri modi, con altre problemi, ma lo ritrovi lì».

Lei ha avuto un rapporto tormentato con il padre che era troppo severo, è scappata di casa e si è mantenuta a Milano, dormendo a casa di una signora e facendo qualche lavoretto. Poi, quando è tornata a casa per finire il liceo, il padre non la ammetteva a tavola. Per questo, quando è toccato a lei fare una famiglia, l’ha voluta perfetta.

«Ho insegnato alle mie figlie che erano meravigliose a prescindere, che non dovevano preoccuparsi di niente e che sarebbero riuscite ad ottenere tutto quello che volevano» E così è stato. Una figlia è Chiara Ferragni, imprenditrice digitale così famosa e potente che per presentarla basta dire il nome, l’altra è Valentina Ferragni, fashion blogger e prima ancora ragazza bella, educata e dai modi gentili e la terza è Francesca Ferragni, dentista, sportiva, influencer e con un gran carattere. Ora c’è Leo, un anno il 19 marzo, figlio di Chiara e Fedez, una meraviglia di bambino, sempre felice. Tra parentesi caso vuole che all’ingresso di Mondadori duomo a sinistra ci fosse la pubblicità del nuovo imminente album di Fedez Paranoia Airlines, a destra la pubblicità del libro della suocera.

Chiamare Marina Di Guardo nonna fa un po’ specie, visto che lei è vestita, pettinata, truccata alla perfezione e sembra la sorella maggiore della ragazze. Però nonna è, e insiste sempre sull’importanza della famiglia e di quanto il senso della vita e dell’eternità siano vedere una creatura che nasce. Ma Marina vorrebbe anche i suoi libri fossero eterni. I suoi gialli hanno passaggi, di violenza o di sesso, che sorprendono perfino le sue figlie. «Ma dove le hai trovate quelle cose mamma?», ha chiesto Valentina. «Dove mi documento? Su wikipedia», ha scherzato lei che ha un gran senso dell’ironia. Tra l’altro uno dei protagonisti ha la casa a Bobbio. La Di Guardo che è già stata a Como a presentare il suo quinto giallo, Come è giusto che sia e a Parolario a presentare un’altra autrice, tornerà a Como per presentare il suo nuovo romanzo proprio a Parolario. Marina applica nei suoi libri la stessa disciplina che esercita su se stessa per apparire sempre impeccabile, non solo dal punto di vista estetico ma anche per quanto riguarda le buone maniere. Lei infatti ringrazia sempre tutti e rispondere sempre a chi le scrive. Ha una scrittura meticolosa, minuziosa, capace però di farti saltare sulla sedia per il colpo di scena, alla Brad Meltzer o alla Faletti di Io uccido. E in effetti questo thriller, come gli altri, si presta a diventare un film.

«Scrivevo a mano su quadernoni, le mie figlie mi hanno incoraggiato a prendere un computer e mio fratello mi ha insegnato a usarlo. Io sono un’insicura cronica e questa mia parte oscura la metto nei libri. Voglio che siano avvincenti». Marina ha tantissime amiche perchè ha una capacità innata di far sentire alle persone che tiene veramente a loro. Il modo di crescere le sue figlie è anche la sua maniera di incoraggiare gli altri. «Ricordati di splendere» dice a chi sente giù. Marina è trasparente ma è stata dove faceva freddo ed era buio. Nei suoi libri c’è questo, non ci si può annoiare, e infatti il suo ultimo romanzo, che ha già conquistato la vetrina di Mondadori sta già scalando le classifiche.

Anna Savini

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